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Non si gioca
Salta il secondo turno di coppa Italia, le 19 società di B decise a continuare la loro protesta a rischio anche il campionato.

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23 Agosto 2003 -- Le 19 società di B che avevano firmato un documento congiunto per avvertire la Figc che se la B non fosse tornata a 20 squadre non avrebbero giocato hanno votato per non scendere in campo in occasione delle prossime gare di Coppa Italia e per non far partire il campionato, il cui inizio è previsto per sabato 30 agosto e hanno anche affermato che riconoscono come valido per la cadetterìa il calendario stilato dalla Lega che contempla venti formazioni. L'unica squadra che non aderisce alla protesta è il Como di Preziosi presidente del Genoa che è stato ripescato, il quale si è astenuto. Lo ha reso noto il presidente del Cagliari Massimo Cellino che al termine della riunione di Lega ha dichiarato: ""La Serie B ha votato all'unanimità di non scendere in campo domenica per la Coppa Italia. Inoltre, non giocheremo in campionato nè la prima nè la seconda, nè la terza e così via. Abbiamo anche votato un ordine del giorno per l'assemblea straordinaria del 29 agosto voluta da 25 squadre (fra cui anche sei di Serie A, ndr), che chiedono un resoconto dell'operato del presidente federale che ha disatteso il suo mandato e un chiarimento da parte del nostro presidente di Lega".

Cellino ha poi aggiunto: "C'è un collega che ha dovuto vendere le proprie abitazioni per rinforzare la squadra e rimanere in B, come volete che si possa accettare il ripescaggio di una Salernitana che ha fatto 20 punti in campionato?. Il governo ritiri il decreto legge e ripristini il diritto sportivo. Berlusconi aveva detto poco prima dell'emanazione del decreto che la politica deve starsene fuori dal mondo dello sport e poi ci ha ripensato, spero che tutto sia stato fatto in buona fede. Berlusconi può anche tornare indietro". Il presidente del Napoli Naldi parla di imposizione inaccettabile: "Non possiamo subire un qualcosa che è al di fuori del nostro mondo. Non giocare non fa bene allo sport ma siamo stati costretti a decidere in tal senso. Abbbiamo fatto fronte comune per tutelare l'attività sportiva, la compattezza è stata premiata e spero che anche la serie A ci segua su questa strada. Mi dispiace per Gaucci e Della Valle che non hanno colpe e si trovano un giorno in B ed il giorno dopo in C, ma non ci sono i presupposti sportivi perché Fiorentina e Catania giochino in B".

Ma non c'è solo la serie B a protestare, infatti si sono schierati con le 19 società della serie cadetta anche alcune squadre di A ed esattamente Ancona, Brescia, Chievo, Empoli, Milan, Modena, Perugia, Roma e Sampdoria. Per ora è Corioni, presidente del Brescia, ad esporsi: "Per questa assemblea valgono i calendari fatti dalla Lega e non quelli della Federazione - spiega - Credo che la serie B domenica non giochi in Coppa Italia, e che non partirà neanche il campionato. Io sono favorevole a non far partire anche la serie A". Duro sull'operato della Figc: "Le responsabilità ce le ha soprattutto lei - continua - che, al massimo, poteva accettare di allargare la B a 21 squadre e non a 24. Ma noi da soli non possiamo far dimettere Carraro, perché lui rappresenta tutto il calcio italiano e non solo la A e la B". Intanto per il momento è stata fissata per il 29 un'assemblea di Lega straordinaria, ordine del giorno: sfiducia a Carraro. Comunque nessuno dei rappresentanti delle nove società di A presenti alla riunione informale di Lega ha preso parte al voto.

Secondo il Codice di Giustizia sportiva che prevede il caso specifico al comma 3 dell’articolo 12 la violazione delle norme che stabiliscono l’obbligo di presentarsi in campo nei termini previsti viene punita con la perdita della gara per 0-3, e la penalizzazione di un punto in classifica. Il comma 2, invece, specifica che la punizione può essere inflitta anche alle due società interessate. Oltre alla sanzione sportiva, sono previste anche sanzioni a carico delle società. Secondo l’articolo 13 del codice la punizione può andare dalla semplice ammenda alla esclusione dal campionato di competenza.