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A Sarri il premio Maestrelli
"Allenare a Napoli è un'esperinza forte ed irripetibile, si respira calcio, si vive di calcio, anche l'umore ed il meto dipendono da cosa ha fatto il Napoli"

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20 Marzo 2018 -- Maurizio Sarri, allenatore del Napoli, si è aggiudicato la trentacinquesima edizione del “Trofeo Maestrelli”, premio dedicato alla memoria dell’allenatore che condusse la Lazio al primo Scudetto nel 1970. Il tecnico toscano succede, in questo premio, a Eusebio Di Francesco, attuale allenatore della Roma.

Il premio è stato consegnato all'allenatore del Napoli ieri sera al teatro Verdi di Montecatini. Nel corso della cerimonia sono stati premiati anche l’allenatore dell’Inter Primavera Stefano Vecchi, come miglior allenatore del settore giovanile, Fabio Paratici ( ds della Juventus), l’arbitro Luca Banti, il presidente dell’Atalanta Antonio Percassi, il giovane talento del Monaco ed ex Genoa Pietro Pellegri e il vicedirettore di SkySport24 Matteo Marani.

Salito sul palco per ritirare il premio Sarri non ha potuto esmiresi dal rilasciare alcune dichiarazioni, tra cui alcune di straordinario affetto per la città, in parte già rese note in passato, altre 'fresche' di giornata, soprattutto in seguito agli striscioni della curva B di domenica sera (SIAMO TUTTI SARRI): "Allenare a Napoli è un'esperinza forte ed irripetibile - ha detto il tecnico azzurro - si respira calcio, si vive di calcio, anche l'umore ed a volte anche il meto dipendono da cosa ha fatto il Napoli! Auguro a tutti gli allenatori che lavorano con cuore ed anima di poter vivere una esperienza del genere. I casi della vita sono incredibili, sono nato a 800 metri dal San Paolo. Da bambino ero tifoso del Napoli, credevo che ognuno dovesse fare il tifo per la squadra della città dove è nato. Gli zii erano tutti della Fiorentina, poi mi hanno trascinato anche a vedere la Fiorentina che non è una squadra normale per me, chiaramente. Poi dopo 50 anni sono arrivato ad allenare a Napoli. Sono arrivato in sordina, ma per me è stata una cosa naturale perchè vengo dai dilettanti, ho vinto ogni categoria ed ogni anno mi trovavo a salirne una e la reazione è sempre stata di scetticismo. Forse è una condizione che mi porta a rendere meglio".

Il tecnico toscano non ha potuto evitare poi domande sulla corsa scudetto: "Facciamo il possibile. In questi anni siamo andati crescendo dal record di punti nel mio primo anno, siamo passati ad un nuovo record di 86 punti al secondo anno nonostante non avessimo più Higuain. Ora siamo a 73 e dobbiamo pensare solo a farne più di 86 per essere quello più forte come punti, poi con 87 vedremo cosa possiamo fare in più. Dobbiamo vivere senza complessi, con follia, pensando ad ogni singola partita e cercare di migliorare quanto fatto lo scorso anno, se pensiamo ad altro la testa diventa pesante."

Sarri ha poi avuto parole di ringraziamento per il ds Carli: "Se in questo momento sono un allenatore che ha coraggio e la voglia di esprimere certe idee, lo devo a lui e a tutto l'ambiente dell'Empoli, dove ti insegnano a non aver paura di nessuno, che si può perdere senza paura, con loro sono cresicuto tantissimo".

Sul suo futuro ha poi fatto sapere: "Parto da un presupposto importante, altrimenti passa un messaggio sbagliato: io ho il contratto con il Napoli, e tutto ciò che in esso è contenuto, ad esempio la clausola, conta poco. Non ci do peso, lo ha invece il pubblico e il modo in cui ha espresso il suo attaccamento a me, manifestazioni del genere ti stordiscono, ti fanno sentire in debito. Qui c'è un rapporto che va al di là dell'immaginazione. Se sarò nelle condizioni ideali per ricambiare i sentimenti della gente, dunque se avrò la certezza di poter offrire tutto me stesso, allora il contratto sarà un falso problema, altrimenti, dovrò fare un passo indietro. Conta anche il fatto di avere la certezza di una continuità, che si possa lavorare su un gruppo. Conosco e capisco le dinamiche del mercato e so bene che, in presenza di certe offerte è difficile trattenere alcuni calciatori, ma il Progetto può andare avanti lo stesso".