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Caso Catania: atteso l'arbitrato del Coni
Caso Catania, un caso politico

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19 Luglio 2003 -- Caso Catania: atteso l'arbitrato del Coni

Continua la vicenda complessa sul caso Catania, vicenda che sta tra l'altro coinvolgendo ora anche altre società slittate in serie C. Dopo che la CAF ha accolto il ricorso del Venezia avverso la decisione della Commissione Disciplinare e annullato l'impugnata delibera, infliggendo al Catania la sanzione della perdita per 0-2 della gara Catania-Venezia disputata il 17 maggio 2003, la FIGC lo stesso giorno, 17 luglio, si è pronunciata mezzo comunicato sulle vicende accadute nei giorni scorsi inerenti i vari organi sportivi: "La pronuncia della CAF di ieri inerente la gara Catania/Venezia pone fine, nell'ambito federale, al contenzioso insorto al riguardo. LA FIGC non è mai intervenuta nelle valutazioni di merito espresse dagli Organi di Giustizia Sportiva, né tanto meno nelle polemiche che ne sono scaturite, per il dovuto rispetto dell'operato di tali Organi.
La FIGC ritiene opportuno intervenire oggi per richiamare ancora una volta tutti i tesserati e le società affiliate al rispetto delle regole, affinché sia garantita l'indispensabile autonomia organizzativa e funzionale dello Sport.
In particolare occorre che tutte le controversie vengano definite dagli Organi Sportivi all'uopo deputati ai quali, pur nella fisiologica diversità e indipendenza delle decisioni, vanno riconosciuti l'assoluta imparzialità e l'alto livello di professionalità, valori che saranno tutelati e difesi in ogni competente sede.
Le decisioni degli Organi di Giustizia non possono essere esaltate o denigrate a seconda dell'esito favorevole o sfavorevole del giudizio.
Per criticare le sentenze occorre attendere le motivazioni e vi sono appositi strumenti giuridici nell'ambito sportivo.
Una volta esauriti i gradi di giudizio federale, gli statuti del CONI e della FIGC prevedono che le controversie tra tesserati, società e Federazioni possano essere decise dalla Camera di Conciliazione ed Arbitrato per lo Sport del CONI. In quella sede può esserci una sollecita, definitiva soluzione alle controversie di questi mesi.
La Federazione auspica che da parte di società e tesserati si metta fine ad ogni atteggiamento di esasperata litigiosità che ha caratterizzato quest'ultimo periodo, affinché prevalga il senso di responsabilità di tutte le componenti e parti interessate, anche al fine di rispondere alla grande attesa dell'opinione pubblica per un regolare inizio dei campionati".

A succedere il comunicato è stata una conferenza stampa del presidente Carraro e del vice presidente Abete nella quale lo stesso presidente ha voluto sottolineare un aspetto della vicenda politica della FIGC - "Ognuno può avere le proprie idee sulle capacità dei dirigenti, dei componenti degli organi della giustizia sportiva; opinioni che sono tutte rispettabili. Ma non può essere accettato che si faccia una connessione tra gli organi direttivi della Federazione e gli organi della giustizia sportiva" - e, prosegue il presidente - "Pensare che la giustizia sportiva agisca su impulso dei dirigenti offende chi fa questa ipotesi, offende la professionalità e la probità dei giudici sportivi e naturalmente anche le persone che eserciterebbero queste pressioni. Questo non è accettabile e non intendiamo accettarlo, lo contrasteremo in tutte le maniere e in tutte le sedi opportune". Ancora aperte tutte le soluzioni, ora si guarda all'arbitrato del Coni "ma - afferma Carraro - non accettiamo ipotesi di ingerenza".