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Tar siciliano, il Napoli deve restare in B
Lettera di chiarimento del presidente Zingales al Coni, alla Figc ed alle societā interressate sul caso Catania

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05 Luglio 2003 -- Rieccoci ancora una volta a parlare del caso Catania, infatti, quest'oggi, il presidente del Tar siciliano, nella persona di Zingales, ha inviato una lettera al presidente del Coni, alla Figc, al Napoli e al Venezia, per chiarire le sue posizioni a riguardo del caso Catania e dell'arbitrato richiesto proprio dalle due societā sopra citate.

"Come espressamente affermato nelle varie pronunzie emesse dalla sezione del Tar da me presieduta - afferma il presidente Zingales nella sua lettera - il Calcio Catania deve essere soltanto inserito in soprannumero nel prossimo campionato di calcio di Seri B, e ciō proprio al fine di evitare ogni danno alle altre societā di calcio chiamate in giudizio che avrebbero potuto risentire degli effetti pregiudizievoli (in sede cautelare) del ricorso proposto dal Calcio Catania (e cioč Napoli e Venezia). Pertanto - scrive il giudice amministrativo - Napoli e Venezia, alla stregua delle valutazione di questo Tar, possono e debbono rimanere in Serie B, in quanto tali pronunzie giurisdizionali non impongono assolutamente nč suggeriscono in alcun modo l'effettuazione di alcun spareggio fra di esse".

"E' evidente - sottolinea il presidente Zingales - dunque, che le ripetute pronunzie non violano assolutamente i diritti e gli interessi legittimi delle predette societā (Napoli e Venezia), ma anzi li salvaguardano nell'ottica(specificamente evidenziata nel primo e nel secondo decreto presidenziale di esecuzione del 12 e del 30 giugno 2003) dal cosiddetto 'bilanciamento di interessi', sulla base delle consolidate interpretazioni della giurisprudenza amministrativa".
Il presidente del tar siciliano ha precisato che il blocco della possibilitā di arbitrato tra Napoli, Venezia e Figc, rappresenta, in realtā, una tutela per le stesse societā "ove si consideri - a detta di Zingales - che un esito eventualmente sfavorevole a tali societā degli arbitrati da loro instaurati (o da instaurare)pregiudicherebbe definitivamente le loro posizioni giuridiche soggettive relativamente alla classifica del campionato di calcio appena conclusosi".

A riguardo delle accuse di aver violato l'autonomia sportiva, il magistrato ha risposto affermando che: "Il Tar non ha inteso in alcun modo ledere le attribuzioni della Camera di conciliazione ed arbitrato per lo sport (formata, per altro, da esimi giuristi) ma ha semplicemente affermato che nella fattispecie in esame non possono essere instaurati procedimenti arbitrali che abbiamo ad oggetto la stessa materia del contendere vagliata, nel caso concreto, dai giudici amministrativi di primo e secondo grado (Tar e Cga) e, quindi, in estrema sintesi, aventi ad oggetto la declaratoria di illegittimitā del provvedimento emanato dalla Corte federale e l'intangibilitā della pronunzia di ultimo grado della Caf, che aveva deciso favorevolmente al Catania con l'attribuzione a tale societā di ulteriori due punti (per la partita Catania-Siena)".

Zingales, ha praticamente detto che ricorrendo all'arbitrato, si potrebbe avere un'ulteriore sentenza diversa dalle altre e che quindi in questo caso "tali provvedimenti, potrebbero sovrapporsi e vanificare le pronunzie dei giudici di Stato e, quindi, dell'ordinamento giuridico generale, dal quale soltanto trae legittimitā l'ordinamento giuridico sportivo derivato da quello statale. Il che, ovviamente, in uno Stato di diritto, risulta inammissibile ed inconcepibile stante l'incontestabile primato della funzione giurisdizionale nel momento interpretativo ed applicativo dell' ordinamento giuridico generale". Il presidente ha spiegato che "l'accesso all' Arbitrato nella controversia in esame tra Calcio Catania e la Figc avrebbe potuto essere legittimamente concluso ove il Catania non si fosse preventivamente tutelato dinanzi alla Giustizia amministrativa" e che "una fattispecie di causa non puō assolutamente configurarsi, nč sussiste in concreto, 'controversia' alcuna (e, quindi, posizione conflittuale) risolubile attraverso lo strumento dell' Arbitrato tra il Napoli, Venezia ecc. e la Figc, stante la loro coincidente posizione sostanziale e processuale nella vicenda".

"Ciō posto - sostiene Zingales - il Tar di Catania non ha in alcun modo vietato al Napoli e al Venezia di adire la Camera di conciliazione ed arbitrato al fine di ottener una risposta certa, rapida e definitiva alla necessitā o meno di disputare lo spareggio per la permanenza in Serie B, a condizione che, ovviamente, l' esito dell'Arbitrato non pregiudichi in alcun modo il diritto del Calcio Catania, riconosciuto dal Tar e dal Cga, di essere iscritto nel prossimo campionato di Serie B".
"In conclusione - scrive il presidente Zingales - occorre ribadire ancora una volta che il Tar Catania non ha imposto nč suggerito in alcun modo l' effettuazione di alcun spareggio fra Napoli e Venezia per la permanenza in Serie B, nč ha inteso od intende assolutamente conculcare o ledere l'autonomia dell'ordinamento sportivo che, anzi, ha tutelato nella misura in cui ha riconosciuto l'intangibilitā delle decisioni di ultima istanza della Caf".

Pronta č arrivata la replica della Figc attraverso una nota diramata verso le 16: "Meraviglia molto -si legge nella nota- che, in corso di causa, un giudice scriva una lettera per spiegare il contenuto di provvedimenti adottati nell'ambito delle sue funzioni giurisdizionali. La Figc non ritiene di dover commentare, riservandosi di assumere ogni determinazione in proposito nelle opportune sedi istituzionali alle quali esclusivamente compete la tutela di beni fondamentali quali l'autonomia dello sport e la regolaritā dei campionati".