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Benitez: ”Addio Napoli”
A Castelvolturno conferenza fiume del tecnico e del presidente che annuncia anche l'addio a Bigon

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28 Maggio 2015 -- "Il mio contratto finisce dopo la partita contro la Lazio. Il mio ciclo finisce e voglio finirlo bene, voglio lasciare il Napoli al livello che gli compete. È una conferenza stampa d'addio ma voglio dire addio con una vittoria e con il Napoli in Champions League". Così Rafa Benitez annuncia la fine del suo rapporto con il club partenopeo. «Ringrazio Rafa, che ho voluto fortemente - aggiunge De Laurentiis - mi conquistò subito con il senso di internazionalizzazione che avrebbe dato alla società. Avere anche un allenatore che sapesse valutare i giocatori stranieri era importante, e lui mi dava tutte le garanzie che poi effettivamente ho riscontrato. Abbiamo fatto un contratto di un anno con opzione per il secondo che il Napoli poteva esercitare, quando lo facemmo Rafa mi fece capire che non si sarebbe continuato, la moglie e le figlie lo reclamavano in una postazione più vicina e io me ne sono fatto una ragione. Anche con Mazzarri vi davo l'idea di provarci fino alla fine ma già da molti mesi prima stavo cercando il sostituto».

FAMIGLIA ALL'ORIGINE DELLA SCELTA - «È sempre triste lasciare un posto dove sei stato accolto bene e dove sei stato felice. La mia scelta è legata principalmente alla famiglia, ho provato a convincere mia moglie ma la famiglia è sempre importante, il presidente conosce la mia famiglia e sapeva che non era facile. Per questo lui sapeva e sapeva che comunque dovevamo provarci fino alla fine a vincere mentre lui progettava il futuro. Il mio sfogo a Wolfsburg? (Quando parlò di mercato, stadio, business plan, NdR) Io conosco perfettamente le regole del Fair Play finanziario e so che siamo molto vicini a fare un salto di qualità, siamo cresciuti tanto. Un allenatore vuole sempre di più ma so che siamo cresciuti grazie agli sforzi della società», continua Benitez.

DE LAURENTIIS: STADIO E GIOVANILI PRIORITÀ. ADDIO BIGON - «Rifondazione Napoli? - risponde De Laurentiis - rifondazione non è una parola calzante, il mio grande errore quest'anno è stato parlare da tifoso e non da presidente tirando fuori lo scudetto invece di parlare di primi posti, disattendendo le promesse fatte. Per il sesto anno consecutivo siamo l'unica squadra italiana che continua a essere in Europa, il processo di internazionalizzazione è andato avanti, il concetto di giocare con due mediani invece che con tre o cinque è andato avanti. Economicamente siamo 1/3 del Milan, del Borussia Dortmund, della Juve. In questa stagione al trenta giugno chiuderemo con una perdita di venti milioni, questo vuol dire non ci siamo tirati indietro. Il 31 maggio presenterò in Comune il progetto di fattibilità dello stadio che mi auguro di poter realizzare in 16-18 mesi, di impostazioni importanti ne stiamo facendo. Dopo 11 anni voglio implementare il progetto con l'italianità, costruendo il centro per la Primavera sulla base di quello che hanno i più grandi club d'Europa. Il Barcellona per anni non ha vinto nulla, poi dalla cantera ha iniziato a tirare fuori i Messi e ha iniziato a vincere, vincere, vincere. Napoli non è un territorio facile, ci siamo trovati con la monnezza, con la Terra dei Fuochi, con dei politici che non ci hanno sempre aiutato. Se fossi stato in Inghilterra o in Germania forse avrei vinto uno scudetto o una Champions, chissà...

Due anni fa eravamo 46esimi nel ranking Uefa, oggi siamo al 20esimo posto davanti a Roma, Milan, Inter, Liverpool, Siviglia. Nel club world ranking dell'IFFHS siamo settimi, dietro solo a Real, Barcellona, Atletico Madrid, Juventus...Siamo l'unica squadra italiana che ha vinto due trofei, noi solo come la Juve. Le altre squadre italiane non hanno vinto nulla, come vittorie ci siamo solo noi e loro. Quando sono arrivato nei campetti di Napoli i bambini giocavano con le maglie di Milan, Inter, Juventus. Bigon? Dopo sei anni ha voglia di cambiare aria, è del Nord e dopo tanti anni tra Calabria e Campania...»

BENITEZ: ORA VOGLIO TERZO POSTO E RECORD GOL - «Tutti sappiamo quanto è forte la Juve, eppure dei due trofei che abbiamo vinto uno lo abbiamo fatto contro di loro. Momenti della stagione cambiano un po' tutto, episodi non ci hanno favorito. Abbiamo fatto due semifinali e siamo usciti per episodi, gol irregolari. Ma l'eliminazione non cambia la crescita del progetto. Contro la Lazio se possiamo fare il record di gol (104, ora il Napoli è a 102, NdR) e arrivare al terzo posto sono contento. Quest'anno siamo arrivati fino alla fine in tre competizioni e non è facile. Il prossimo anno sarà un Napoli più forte perché ha una rosa più forte. 147 Chelsea, 119 Liverpool, 104 e 102 qui, e si dice che il mio calcio è difensivo. I cliché sono cliché. Ho età e esperienza per adattarmi facilmente ai vari tipi di calcio».

ADL: «RAFA BUONO PER TUTTE LE STAGIONI - «Fino al 1850 Napoli era il regno più ricco d'Italia, non voglio fare il Borbone ma poi è arrivato Camillo Benso conte di Cavour e 'S'è pigliat tutt'cos'...Torinese, torna di nuovo Torino (ride, NdR). Sono contento di aver avuto alla Corte di Napoli il Cavaliere Benitez che ha saputo creare un clima molto disteso nei confronti di tutti, alzando il livello della tenzone, lo saluto dicendo che è un uomo buono per tutte le stagioni. È vero, crescermo l'anno prossimo perché i giocatori che sono arrivati quest'anno mostreranno la loro crescita la prossima stagione».

DELA SCATENATO - «Fifa, Serie D, Serie C...Quelli che si fregano 150 milioni, quelli che si fregano la cassa...Andiamo a vedere chi governa il calcio, sono tutti personaggi fuori epoca, non hanno la cultura del passato atta a mantenere intatta la loro posizione. Non saprebbero neanche aprire un cassetto se dovessero andare avanti. Platini? Predica bene e razzola male, perché anche lui si comporta come un monarca, non riesce a interpretare le trasformazioni socio-politiche dei paesi che fanno parte della Uefa. I modelli di sicurezza degli stadi devono cambiare, ho avuto molti scontri con i suoi uomini su questo argomento. Nel calcio si pensa solo alla prossima festa, si vive solo di sovraesposizione, invece bisogna mirare a essere un faro per le prossime generazioni, dobbiamo mettere in mostra i nostri gioielli giovani per essere da esempio ad altri giovani. Le società devono avere più voce in capitolo, non si può dare il contentino ai club dei 10-12 milioni per la Champions quando la Uefa ne costa 400 l'anno. Occhio di falco, moviola? Siamo seri, parliamo di cose vere, di defiscalizzazione, di incentivi alla politica dei centri giovanili, degli stadi....

Poi si dice bisogna prendere gli italiani, ma non possiamo fare tutto noi con le nostre forze. Poi parli con un vicepremier che ha 33 anni e ti trovi davanti a delle persone che si interessano delle cose, mi auguro che si interessi anche al calcio italiano nei prossimi giorni. Prima c'era Del Rio, oggi non c'è nessuno politicamente parlando...»

NUOVO TECNICO? IN LINEA CON LE MIE IDEE - «Il profilo del nuovo allenatore? Bisogna deciderlo presto, vi prometto che eviterò il totoallenatore: ora vado a raccontare i miei prossimi quattro film in Sicilia, a Napoli e in Puglia. Quando ho finito questo giro farò con voi due cene a settimana, riapro i miei rapporti con i media. Così insieme parleremo di ciò che vi sembra giusto o meno. E ci daremo reciprocamente le ragioni del perché e del perché no. Deve essere uno che sposa le mie idee, come con Rafa quando ci siamo trovati d'accordo e dopo un'ora eravamo già in sintonia.

Non ci siamo trovati sul mare, l'unica cosa che ci ha diviso. Già innamorato del nuovo tecnico? Ma come faccio? Ti puoi innamorare in un flash di una donna, non di un allenatore. Se il Real Madrid dovesse scegliere Benitez, sarebbe assolutamente una conferma al fatto che l'ho voluto a Napoli. Se lo raccomanderei a Florentino Perez? Io lo raccomanderei a tutti, e comunque Perez non ha bisogno di consigli».

BENITEZ SUI MEDIA E IL CALCIO ITALIANO - «Ho fatto una battaglia, forse l'ho anche pagata, per difendere Napoli come piazza. Per smettere di sentire cori che insultano i napoletani. Vi dico che uniti siamo più forti, e se le altre società sono più forti il messaggio che mando al Napoli è quello di restare uniti spalla a spalla perché solo così si cresce».

MERCATO - «Il rosso di venti milioni a fine stagione non influirà sul mercato, ma per voi e per i tifosi quello che costa di più ha un senso, quello che è più valido invece no. Tevez è costato 9 milioni, non 40 o 50 o 60. Pogba la Juve lo ha preso a parametro zero. Il problema è di palle, di conoscenza del mercato, è chiaro che anche le mie valutazioni su come riorganizzare il tutto devono partire da queste considerazioni».
Fonte: C. d S.