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Caos Catania, ennesimo rinvio
La palla passa adesso al Consiglio della Giustizia Amministrativa della Sicilia, giovedì parere giunta CONI

18 Giugno 2003 -- Doveva essere la giornata decisiva per sciogliere i molti nodi sul caso Catania-Siena che sta regalando una lunga coda al campionato di serie B, invece nessun verdetto è stato emesso, anzi la situazione diviene ora ancor più ingarbugliata.

Ma vediamo nel dettaglio il punto dopo le ultime vicende di oggi.

La FIGC si era appellata al Consiglio di Stato, che, dopo aver sospeso lunedì il provvedimento del Tar siciliano che aveva dato ragione al Catania disponendo la riammissione in serie B del club etneo, ieri si è di fatto tirato fuori dalla questione dichiarando inammissibile l'appello perchè non di loro competenza e ha passato la palla al Consilgio della giustizia Amministrativa (Cga).

In realtà, l'ordinanza della sesta sezione del consiglio di stato, non dà torto alla Figc, perchè il ricorso non è stato esaminato e quindi non si può dire che sia stato respinto, ma nemmeno ragione, in quanto ha detto di non potersi pronunciare e questo può essere interpretato però come un punto di vantaggio conquistato dal Catania.
La questione diviene ancor più complessa in quanto la Figc aveva presentato ricorso anche al Cga che dopo aver affermato di essere l'organo a cui compete la decisione sul caso Catania, ha respinto la richiesta di sospensione della sentenza del Tar e ha fissato al 25 giugno prossimo l'udienza sulla questione, segnando di fatto un altro punto a favore della squadra etnea.
"Dopo aver gettato nel caos la giustizia sportiva, Carraro sta cercando di gettare nel caos anche quella amministrativa", queste le prime dure dichiarazioni dell'avvocato Andrea Scuderi, legale del Catania Calcio.

La Figc aveva lamentato però, una perdurante impossibilità del Cga di formare i collegi giudicanti, ma il Consiglio di Stato ha rilevato che "nel caso in esame non emergono elementi univoci che inducano a ritenere che il Consiglio di giustizia sia nella assoluta impossibilità di esercitare le sue funzioni giurisdizionali cautelari". Infatti, l'art.21, ottavo comma, della legge n.1034 del 1971, come modificato dalla legge 205 del 2000, ha attribuito anche al presidente del Consiglio di giustizia amministrativa della regione siciliana il potere di emanare "misure cautelari provvisorie", nei casi di estrema gravità ed urgenza e in attesa della camera di consiglio. Inoltre - si legge ancora nell'ordinanza del Consiglio di Stato - "non risulta univocamente dimostrata l'impossibilità, per il medesimo presidente, di convocare i collegi giudicanti, nella composizione prevista dalla normativa vigente". E dal momento che non si può "ravvisare una ipotesi di assoluta impossibilità di esercizio delle funzioni da parte del Consiglio di giustizia amministrativa", il Consiglio di Stato "non può che dichiarare il proprio difetto di competenza funzionale".

Nessun commento per ora dalla Figc, i legali stanno studiando le carte in vista di quello che appare come l'appuntamento decisivo del 25. Scadenza che sarà preceduta giovedì dalla riunione della Giunta del Coni dedicata all'acquisizione dei pareri giuridici forniti dai tre saggi nominati venerdì scorso. L'impressione, stando alle assicurazioni dello stesso collegio legale della società etnea, è comunque che alla scadenza del 25 si dovrebbe arrivare senza il ricorso alla nomina di un commissario ad acta adottata la scorsa settimana dallo stesso Tar siciliano.

C'è ancora da dire, però, che le perplessità avanzate dalla Figc a riguardo di una perdurante impossibilità del Cga di formare i collegi giudicanti, non sono campate in area. Infatti, il Consiglio della Giustizia Amministrativa, attualmente presieduto da Riccardo Virgilio e composto da due giudici togati e due laici, ha molte cause pendenti e da molti mesi, l'attività giurisdizionale del consiglio di giustizia amministrativa è, di fatto, rallentata in attesa di due eventi tra loro concatenati: la decisione della Corte Costituzionale su un'interrogazione del presidente dello stesso Cga che chiede alla Consulta di pronunciarsi sulla legittimità della composizione dell'organo da lui presieduto,e la nomina dei due membri laici del consiglio indicati dalla Regione.

Questo potrebbe incidere sui tempi della decisione del caso Catania. Non è escluso, infatti, che l'udienza del 25 giugno possa essere rinviata, senza essere discussa, ad ottobre. A questo punto non ci resta che attendere la prossima puntata.