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Caso Catania: il Coni rinvia decisione
Il Coni prende tempo, ma Petrucci stigmatizza il ricorso al Tar. Arrivano le motivazioni della Corte, ma per il Catania è un "autogol"

03 Giugno 2003 -- La Giunta del Coni si è oggi riunita per prendere visione dell'esposto del Catania contro la sentenza della Corte Federale che annullò la vittoria a tavolino assegnata dalla Caf agli etnei, ristabilendo il risultato del campo della gara Catania-Siena, disputatasi il 12 aprile 2003 e finita 1 a 1.

La giunta però, dopo essersi limitata a prendere atto dell'esposto del Catania si è aggiornata a data da destinarsi: serve del tempo per raccogliere elementi che consentano di operare con i poteri di vigilanza che le sono assegnati.
"Ci mancano dei documenti - ha detto il presidente del Coni Gianni Petrucci - quando li avremo sentiremo dei pareri e poi convocheremo immediatamente una nuova riunione di giunta".

Nell'occasione, però, il presidente del Coni ha anche rivolto un duro richiamo alla società di Gaucci, per il ricorso alla magistratura ordinaria, attraverso il ricorso al Tar di Catania il cui esame è previsto per giovedì mattina.

"Non e' possibile - ha detto Petrucci - che allo stesso tempo si ricorra anche ai tribunali amministrativi. In tal modo ci si pone al di fuori dell' ordinamento sportivo e questa e' una situazione che non puo' essere tollerata proprio come forma di autodifesa e garanzia dell'ordinamento sportivo stesso".

"Cosi' facendo si creano solo stati confusionali per cui alla fine sembra giusto tutto e il contrario di tutto. Chi fa parte del mondo dello sport deve ricordarsi di rispettare determinate regole che sono alla base del nostro ordinamento".

Intanto proprio la Corte Federale ha depositato le motivazioni con le quali è stata annullata la sentenza della Caf: "La Corte - si legge nelle motivazioni - chiamata ad esprimersi dal presidente federale in merito
all'articolo 17 del codice di giustizia sportiva, commi 3 e 13, ha stabilito che le squalifiche devono essere scontate nella stessa competizione per la quale sono state inflitte e nella stessa squadra, intesa come tale e non come società".

Quanto alla contestazione che la Corte non potesse intervenire nel merito della sentenza della Caf, i giudici hanno legittimato il proprio intervento affermando che la Corte Federale stessa va considerata come "una camera di compensazione a vantaggio di quelle posizioni soggettive, personali o associative, che se non riconosciute in ambito federale spingerebbero gli affiliati o i tesserati a perseguirne la tutela nel diritto comune".

Nelle motiviazioni, poi si legge anche un riferimento esplitito all'atteggiamento del Catania, che ha utilizzato lo squalificato Luigi Grieco nella squadra Primavera, il giorno successivo alla "espiazione" della squalifica maturata il 2 febbraio nella gara contro il Lecce.
"Lo stesso Catania - secondo i giudici della Corte Federale - si troverebbe a delegittimare la propria linea difensiva".

Proprio le motivazioni della Corte sono state però prese a riferimento dai legali del Catania che parlano di "autogol" dei giudici federali.
"La Corte federale - ha affermato il legale della societa' siciliana, Mattia Grassani - ha riconosciuto come legittimo il ricorso presentato dal Catania contro il Siena ma ha annullato il verdetto della Caf entrando nel merito, trasformandosi quindi in corte giudiziaria ed andando oltre ai propri compiti".

L'avvocato Grassani ha quindi affermato di aver inviato proprio le motivazioni della Corte quale ulteriore elemento di supporto per il ricorso di fronte alla Giunta del Coni.