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Mertens: "Qui per vincere".
L'esterno azzurro si presenta: «Come numero di maglia mi piacerebbe avere il 14, l'ho indossato in nazionale e con il PSV».

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16 Luglio 2013 -- Presentazione ufficiale per il nuovo acquisto del Napoli Dries Mertens oggi a Dimaro. L'ex Psv ha parlato in francese rispondendo alle domande dei giornalisti.

Mertens, che gruppo ha trovato e come si sta trovando con Benitez?
«I primi giorni mi sono piaciuti molto. Ho trovato una squadra molto forte, spero di poterla migliorare e di dare il mio contributo».

Si sente in competizione con Insigne per una maglia da titolare?
«No, assolutamente. Insigne mi piace come ragazzo: anche se io non parlo l'italiano e lui parla poco inglese, abbiamo scambiato qualche parola ed è un ragazzo piacevole. Tutti mi aiutano e mi danno consigli».

Quali sono le sue caratteristiche? Come pensa di adattarsi al campionato italiano?
«Per me è un grande passo e sono felice di essere qui. Ero pronto per l'Italia e per questo ho lasciato l'Olanda e ora voglio dare il meglio in Serie A. Sono un giocatore a cui piace segnare e fare assist, ma devo dare una mano anche in fase difensiva. L'ho fatto anche al Psv e voglio continuare a Napoli».

Per lei è la stessa cosa giocare a destra o a sinistra?
«Sono 5 anni che gioco a sinistra e ho una certa predisposizione per questo ruolo, ma posso anche cambiare posizione. L'ho già fatto».

Si ricorda il suo rendimento in termini di gol e assist delle ultime due stagioni?
«Nell'ultimo campionato ho giocato 39-40 gare con 21 gol e 16 assist, in quello precedente 16 reti e 21 assist. La serie A però è un'altra cosa e dovrò adattarmi».

Qual è stato il suo primo impatto con la città di Napoli?
«Napoli è bella e ci si mangia in maniera straordinaria. Per questo vorrei viverci insieme alla mia famiglia».

Pensa che il Napoli per lei sia un punto di arrivo o di partenza?
«Vivo nel presente e il mio obiettivo è adattarmi al calcio italiano e innalzare il livello della squadra. Tutto qua».

Pensa già al Mondiale?
«Per me è fondamentale giocare e non perdere il mio posto in nazionale, ma vincere con il Napoli è importante come vincere con il Belgio sperando di andare anche al Mondiale».

Prenderà il 7 che era di Cavani? Cosa pensa del Matador?
«Ho giocato contro Cavani quando ero all'Utrecht e poi al Psv. E' un ottimo giocatore, ma non è il solo che rispetto di quel Napoli che ho sfidato. Non c'è un giocatore che deve prendere il suo posto: tutti devono dare il meglio per non farlo rimpiangere. Il numero 7 non mi interessa. Ho sempre giocato con il 14 sia in nazionale che con il Psv».

Quanti gol pensa di segnare in Italia?
«All'inizio del campionato olandese dicevo sempre il numero dei gol che volevo segnare, ma qui in Italia non conosco il campionato. Diciamo che sarei contento segnandone tra i 10 e i 20. Spero di poter giocare a sinistra, nel ruolo che preferisco. Non sono venuto qui per stare in panchina: sono qui per giocare e dare il mio contributo al Napoli».

Quanto è contento di esordire in Champions League e di essere allenato da Benitez?
«Sono orgoglio di essere allenato da lui. Ne ho parlato con Hazard e altri calciatori che lo hanno avuto e tutti me ne hanno parlato bene. Mi hanno detto che è un bravo tecnico. Anche la Champions League mi affascina molto e questo è uno dei motivi per cui ho scelto il Napoli».

C'è qualcuno dei suoi compagni che l'ha particolarmente impressionata per le doti tecniche?
«Seguivo il Napoli perché l'ho sfidato ed è una formazione con una gran bella maglia. Ho studiato la squadra anche da avversario, ma non voglio citare un solo giocatore: la forza è il collettivo. Il Napoli attacca e difende in modo compatto».

Quale squadra non vorrebbe affrontare e quale invece vorrebbe sfidare in Champions League?
«Nessuna in particolare. L'importante è passare il turno».

Quanto la intriga affrontare Juventus, Milan, Inter e Fiorentina?
«Sono tutte buone squadre. La cosa importante è fare buoni risultati, disputare una buona stagione e vincere anche contro le squadre medio-piccole».

C'è una partita del campionato che aspetta di giocare più delle altre?
«I tifosi mi dicono che è importante segnale contro la Juventus, forse perché non è una squadra molto amata».

Perché ha scelto di giocare nel Napoli?
«La presenza di Benitez ha influito e poi c'è stata la possibilità di giocare nel campionato italiano e in Champions League. Non era comunque solo Benitez a volermi, ma era il Napoli come società a volermi. Ho fatto una scelta personale, con il cuore».

C'era un giocatore al quale si ispirava da ragazzo? Un idolo?
«Non ho un modello. Quando ero ragazzino non passavo il tempo a guardare il calcio in tv perché mi piaceva più giocarlo in giardino. Tra i calciatori adesso mi piace Ribery: da lui imparo molto e lo guardo spesso per carpire i suoi segreti».

Quali sono i suoi hobby e i suoi obiettivi fuori dal campo?
«Il primo obiettivo è imparare l'italiano perché la lingua che è importante. Desidero che anche la mia famiglia la impari per comunicare con la gente di Napoli».

Cosa le ha detto Nainggolan del campionato italiano?
«È stato Nainggolan a dirmi per la prima volta dell'interesse del Napoli: lui parla italiano, ha letto i giornali e mi ha telefonato... Mi ha spiegato che il campionato italiano poteva essere adatto per me perché è un torneo che adesso è più offensivo rispetto al passato e che secondo lui si può adattare alle mie caratteristiche».

Cosa si aspetta dall'esperienza in Champions League?
«Come in campionato, spero si possa andare più avanti possibile. Per me la Champions è qualcosa di nuovo, ma vogliamo andare avanti».

Che consigli le ha dato finora Benitez?
«Benitez parla molto con me e mi dice che devo lavorare di più sulla difesa. Mi spiega che è importante che devo essere utile in fase di copertura. Apprezzo quello che mi dice».