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Il Napoli si ribella al vergognoso attacco-tv
Dopo la puntata del Processo di Biscardi dalla società di Soccavo giunge una durissima reazione

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13 Maggio 2003 -- Il Napoli non ci sta e si ribella a quello che viene definito "un vergognoso attacco", in assenza di qualsiasi dirigente azzurro ("nessuno era stato invitato alla puntata") che potesse prendere le difese del sodalizio partenopeo.

La società di Soccavo si è molto adirata rispetto alla trasmissione 'Il Processo di Biscardi' in cui - si legge nella nota - "si è consentito ad un presidente di società, che ha indossato nell'occasione la casacca di patron di una società di serie B (lui che fino ad ieri ed ancora oggi rappresenta anche un club già retrocesso dalla serie A) di lanciare accuse pretestuose e sospetti risibili sul Napoli".

Ad indignare il Napoli non sono state però solo "le inaccettabili esternazioni del dirigente in questione (cioè Preziosi, ndr) non nuovo su altri fronti a eccessi del genere", ma soprattutto la ricostruzione faziosa e per molti versi scorretta con la quale sono stati analizzati gli episodi da moviola della gara Triestina Napoli.

"Ciò che ha maggiormente sorpreso e indignato questa società e la sua tifoseria - scrive il Napoli - sono state le immagini mostrate su alcuni episodi della gara Napoli-Triestina. Il cosiddetto moviolista della trasmissione, mostrandosi impreparato alla bisogna e anche disinformato, ha confuso il fallo di gioco che aveva portato al rigore, puntando l'indice su un contrasto di gioco al posto di un altro senza accorgersi dell'evidente errore (il fallo da rigore era quello su Dionigi! e non su Pasino, che era tutt'altra cosa) e dando la possibilità al dirigente di parte, sovraeccitato, di gridare un 'vergogna, vergogna', degno di miglior causa".
"Allo stesso modo - prosegue il Napoli - un'altra immagine fatta vedere relativa all'episodio del secondo rigore, è stata mostrata 'in panoramica', come è stato detto, con il commento che 'era l'unica immagine a disposizione', che 'la stessa non era chiara', ma aggiungendo a questo punto 'che proprio perché non si vedeva nulla, sicuramente non c'era rigore'.

"Cadono veramente le braccia davanti a tanta presunta "scienza calcistica" - prosegue il Napoli - che ha indotto sempre lo stesso dirigente di società, che come Giano Bifronte ne rappresenta due, a blaterare di "complotto" a favore del Napoli, e poco conta una correzione in corsa della parola che non ne alterava però il significato".

In particolare, Preziosi aveva parlato di una strategia per favorire il Napoli, orchestrata dal presidente della Figc Carraro, in quanto dirigente del Mediocredito centrale, banca creditrice di Giorgio Corbelli.

Il Napoli, però, non accetta queste affermazioni: "Si fa appena notare - scrive la società di Soccavo - che nella stessa trasmissione il presidente del Palermo si lamentava di favoritismi a favore del Genoa, che avevano portato il risultato della gara Genoa-Palermo all' 1-1 definitivo negli ultimissimi minuti della gara".
"E allora - si chiede il Napoli - il "complotto" c'era , ma a favore del Genoa?"

Al moviolista della trasmissione, il Napoli fa anche notare "che una ricerca più attenta avrebbe portato al recupero di immagini più chiare sul secondo rigore di Napoli-Triestina e che, ancora, vista tanta solerzia, si sarebbe potuto far vedere anche un altro rigore, non dato al Napoli nei primi minuti della gara".

"La Società sportiva Calcio Napoli - prosegue la nota - interpretando i sentimenti di indignazione del suo pubblico, e delle centinaia di email ricevute, respinge al mittente le insinuazioni fatte, che restano solo nella mente del dirigente che ha approfittato del pulpito televisivo per lanciarle".

"Il Napoli con la signorilità che lo contraddistingue non ha mai evocato dietrologie di qualsiasi natura di fronte a decisioni, anche molto recenti, che lo hanno fortemente penalizzato. E' una questione di stile, quello che non appartiene ad alcuni dirigenti di società del nostro calcio".

"Attendiamo - conclude la nota - dal conduttore della trasmissione, ultraventennale, una valida giustificazione al mancato invito alla puntata di un rappresentante del Napoli e al motivo per cui ha consentito, a chi forse l'aveva preordinata, di lanciare tante accuse gratuite sul Calcio Napoli".