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De Sanctis: "Napoli da 10"
Il portiere: «Questa squadra ha grande qualità, per migliorare ancora bisogna integrare con dei grandissimi calciatori»

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25 Maggio 2012 -- NAPOLI - «La vittoria in Coppa Italia è stata una soddisfazione immensa, abbiamo battuto una grande squadra come la Juve». Tra i protagonisti della vittoria in Coppa Italia, Morgan De Sanctis analizza la stagione del Napoli: «Ricordo il periodo del ritiro a Dimaro - racconta il portiere ai microfoni di Marte Sport Live - siamo riusciti ad ottenere tutti gli obiettivi. Siamo tornati in Europa, la Champions è stata disputata nel migliore dei modi e poi abbiamo conquistato un trofeo. Tutto il resto è stato soltanto una speculazione, noi abbiamo sempre avuto le idee chiare. Naturalmente non nascondo la delusione per la sconfitta di Bologna che ci è costata il terzo posto. Il momento più difficile è stato il ko interno con l'Atalanta: era la terza sconfitta di fila e avevamo giocato una gara sotto-tono. Poi siamo riusciti a riprenderci. La squadra ha inanellato una serie di risultati utili, purtroppo il grande obiettivo è sfumato a Bologna. Il rigore parato a Mario Gomez? La serata più bella in Champions è stata quella di Villarreal quando abbiamo conquistato gli ottavi di finale. Il Chelsea? Ha cambiato la guida tecnica e si è ritrovata proprio contro di noi. Aveva ripreso a macinare un certo tipo di gioco e i campioni sono tornati ad essere protagonisti. Mi riferisco a Lampard, Drogba e Terry che erano stati messi in discussione dalla gestione tecnica precedente. Comunque non c'è alcun tipo di rammarico, la nostra Champions resta importante. Non mi è piaciuto un certo tipo di clima nei nostri confronti, si è alzata troppo l'asticella. Credo che sarà sempre così: se si lotta per la Champions League, si dirà che dobbiamo vincere lo scudetto».

IL MERCATO - De Sanctis parla di mercato. «Napoli è una piazza molto complicata, a me è piaciuta tanto la riflessione del presidente. E' importante che a giudicare il nostro lavoro siano i nostri tifosi, il filtro dei giornalisti non deve condizionare. Se il sottoscritto fa un'annata buona, tocca ai nostri appassionati dirlo. L'analisi di De Laurentiis mi è piaciuta tanto. Ci sono delle componenti che hanno definito la nostra stagione un disastro se non avessimo vinto la Coppa. Parla gente da Milano o da altre città che non conoscono nulla del nostro ambiente. Parlano tutti a sproposito. Il mio voto? Mica posso darlo. Ripeto, per me c'è solo quella pecca di risultato a Bologna. Se avessimo segnato subito, sarebbe stata un'altra partita. Per questo il mio voto al Napoli è un 9 anziché un 10. I prossimi obiettivi? Questa squadra ha grande qualità, per migliorare ancora bisogna integrare con dei grandissimi calciatori. Non m'interessa se siano dei top player, lo dico a prescindere dall'età e dallo stipendio. Chi arriva, deve dare un grande contributo a questa squadra e faccia tutto con entusiasmo. Poi l'1 settembre ci si renderà conto di quello che è il Napoli e a quel punto, la società e l'allenatore parla di obiettivi in maniera onesta e sincera. Sono loro che devono prendersi le responsabilità e poi cercare di mantenerle. Nessuno a Napoli si è permesso di alzare l'asticella".

GLI EUROPEI - De Sanctis parteciperà agli Europei: "Parto domani e mi metto a disposizione di Prandelli. Balotelli può essere decisivo, le sue parole mi hanno impressionato. Percepisco in lui la voglia di essere protagonista per dimostrare tanto con la maglia dell'Italia. Sono convinto che faremo bene, ci sono tutti i presupposti per un grande Europeo, ben consapevoli delle nostre difficoltà". Chiusura su Mazzarri: "Ha un rapporto speciale con tutti, ha grandissimi meriti, quelli più grandi sono i suoi. Ha fatto un enorme lavoro dal punto di vista tattico e dal punto di vista motivazionale. Siamo un blocco monolitico che non teme qualsiasi tipo d'influenza. Spero che rimanga. Il nostro progetto è importante, ma se dovesse andare via lui, arriverebbe un altro allenatore forte, così come vale il discorso per chiunque altro, tipo Lavezzi. I fischi all'inno? Io domenica l'ho cantato all'Olimpico: è una delle poche cose che ci rappresenta come italiani. Il malessere è anche giustificato, io sono un privilegiato ma conosco la realtà quotidiana: secondo me i modi per fare protesta possono essere altri e anche meno offensivi. La Supercoppa italiana? Ho compiuto 35 anni poco fa, la sfida che vinco più volentieri è quella che vinco ogni giorno. Ho sempre grandi stimoli". (Corriere dello sport).