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De Laurentiis: "Puntare sui giovani"
Il presidente azzurro vorrebbe solo under 20 anche in Nazionale e dare spazio a giocatori come Fernandez e Fideleff". Poi sul campionato: "Pensiamo solo alla Lazio, poi al City"

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15 Novembre 2011 -- Spettatore interessato. Aurelio De Laurentiis non ha preso altri impegni, per stasera. "Sarà molto divertente seguire la sfida in tv tra Maggio e Cavani, per Prandelli non sarà facile fermare un avversario forte come l'Uruguay. Sono curioso di vedere come potrà essere un duello tra compagni di squadra e sarebbe divertente se giocasse anche De Sanctis, il nostro portierone. Tiferò per il bel gioco, ma anche per l'Italia. Contano solo i colori della propria bandiera. Non riesco proprio a etichettare questa partita come un duello personale tra il Matador e Balotelli". Il presidente del Napoli vuole godersi lo spettacolo e ha un solo rammarico. "Per me in Nazionale dovrebbero andare solamente gli under 20, per crescere. Quando vedo Insigne con la maglia azzurra mi diverto ancora di più. Peccato che sia così complicato innovare, nel nostro mondo. Sarebbe bello fare spazio ai giovani. Invece c'è tanto immobilismo".

De Laurentiis, al microfono di radio Marte, propone un modello diverso. Anche per il suo Napoli. "Non si possono comprare solo i calciatori di trent'anni, che in teoria possono dare maggiori garanzie. Bisogna puntare pure su giovani come Fernandez e Fideleff, correndo il rischio che commettano qualche errore. L'unico modo per sapere quanto valgono e dargli la possibilità di mettersi in mostra. Bisogna insistere sui ventenni, altrimenti non scopriremo mai i nuovi Hamsik e Lavezzi. Non sono d'accordo quando dicono che la nostra è una piazza difficile: qui lavoriamo tutti per fare il meglio, società e squadra. Conto molto sulla collaborazione dei nostri tifosi".

Nessun dramma se il Napoli ha fallito qualche appuntamento, in campionato. De Laurentiis è tranquillo. "I conti li faremo a primavera, soltanto allora potremo dire se abbiamo azzeccato il mercato oppure no. Nessuno può avere certezze matematiche, nel calcio. Ci sono dei giocatori che fanno grandi cose in una squadra e non riescono poi a ripetersi in un'altra. Nel nostro mondo si parla un po' troppo, l'unico modo per andare avanti è rimanere concentrati e umili, senza mai fare proclami. C'è troppo sensazionalismo, specialmente da parte dei media. Basta perdere due gare per essere considerati finiti e vincerne altrettante per diventare subito da scudetto. Invece, con i tre punti, c'è ancora tanto tempo per recuperare". Preziosa, in questo senso, la chance che avranno gli azzurri nell'anticipo di sabato al San Paolo, contro la Lazio capolista. "Qualcuno dice che l'equilibrio al vertice dipende da un peggioramento del calcio italiano. Secondo me è il contrario, invece: tante squadre sono cresciute e la Lazio ne è una dimostrazione pratica, con i suoi tanti ottimi giocatori. E poi c'è Reja che non si stanca mai di studiare e continuare a fare progressi, forte della sua saggezza e serenità interiore. Sarà proprio una bella sfida. Ho un appello per i nostri giocatori: pensate al prossima partita di campionato, non al Manchester. Ve lo chiede il vostro presidente".
Marco Azzi
Fonte: La Repubblica.it