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L'addio di Scoglio: Un epilogo già scritto
Il professore affida ad un comunicato ed ai giornalisti amici il commiato dalla città nella quale avrebbe voluto essere protagonista.

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12 Marzo 2003 -- Franco Scoglio ha appreso del suo esonero da una telefonata di Mario Corica, l'ex collaboratore di Naldi che ne aveva caldeggiato l'ingaggio.
Se ne va dalla città che aveva sempre sognato di allenare, nella quale avrebbe voluto essere protagonista, ma in cui non è riuscito ad imporre la propria personalità.

Forse proprio il modo in cui Scoglio ha dato addio a Napoli apre uno squarcio sulle difficoltà che i modi del professore hanno incontrato nell'ambiente partenopeo: un comunicato ed una serie di dichiarazioni rilasciate solo ai giornalisti amici.

Il professore ha pagato una fulminante e rapidissima involuzione tecnico-tattica e psicologica che lo ha portato in meno di un mese da artefice di una mini-resurrezione a trasformarsi in "allenatore nel pallone" al punto da perdere la panchina.
Scoglio, però, ha pagato a carissimo prezzo anche le sue scelte di relazioni pubbliche: i suoi 'favoritismi' tra i giornalisti, con interviste esclusive concesse ad alcuni e negate ad altri gli hanno attirato l'odio di alcuni cronisti sportivi napoletani, il cui peso nella formazione dell'opinione pubblica è stato determinante.

Nel suo comunicato Scoglio fa esplicito riferimento a questa situazione: "L'interruzione del rapporto - scrive il professore - mi amareggia soprattutto perchè penso che i risultati e la sconfitta ddi lunedi sera non sono stati determinanti nella decisione della società. L'epilogo, "artatamente", infatti, era già stato scritto".
A Il Mattino ancor più chiaramente spiega di riferirsi al "comportamento prevenuto e precostituito di una parte della stampa", ed alle "mistificazioni" che sono state operate nei suoi confronti.
In tal senso, per Scoglio il suo esonero è frutto di "pressioni" cui Naldi per inesperienza non è stato grado di resistere.

Scoglio poi chiama a suo sostegno i nuneri: "Ho guidato il Napoli per 9 gare con un bilancio complessivo di 12 punti: 3 vittorie, 3 pareggi, 3 sconfitte. Indubbiamente non è il passo di una squadra che punta alla A ma ceratmente è in linea con l'obiettivo dichiarato al mio arrivo: la permanenza in B".
Il professore, si dichiara convinto che "avrebbe salvato il Napoli", ma - si sa - non c'è controprova.
Quanto alla gara con la Samp precisa che la formazione blindata del primo tempo era frutto di un progetto diverso: "Avremmo dovuto stancarli nel primo tempo e poi attaccare nella ripresa con l'inserimento di Pasino e Stellone. Purtroppo non ha funzionato".

La conclusione è dolce per il presidente, la città, la squadra: "Mi resta un'esperienza umana bellissima, grazie alla tifoseria napoletana, al presidente Naldi ed alla sua famiglia, sempre vicini con signorilità ed affetto. In tutti i casi, un in bocca al lupo alla squadra e, soprattutto, al Napoli".