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Marino: “Lascio il Napoli con la coscienza a posto”
«Con De Laurentiis attimi di commozione. Ho rinunciato a 5 anni di contratto»

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29 Settembre 2009 -- Pierpaolo Marino saluta il Napoli con una conferenza stampa a Castelvolturno: «Saluto tutti i tifosi del Napoli. Sono arrivato qui che non avevamo nulla, nemmeno un ufficio. Ricordo che ci fu messo a disposizione dal Coppola un locale piccolissimo dove adesso sorge un negozio di abbigliamento. Lascio oggi dopo 5 anni rispettando in pieno il mandato conferitomi da Aurelio De Laurentiis. Lascio una società solida con uno dei migliori bilanci della Serie A, bilancio in attivo».

Mea culpa - Marino questa volta il mea culpa lo fa: «Ho commesso degli errori com'è normale che faccia chi lavora tanto come me in questi 5 anni, ho però la coscienza a posto, sono sereno e orgoglioso di quanto fatto. De Laurentiis è e resterà per sempre un amico e lo ringrazio per la fiducia che mi ha dato in questi anni. Abbiamo rescisso consesualmente il nostro legame, ho rinunciato a 5 anni di contratto. L'affetto che mi lega ad Aurelio traspare dal comunicato che lui stesso ha dettato alla segretaria della società, pubblicato sul sito ufficio, ci sono stati attimi di commozione. Sono consapevole di essermi comportato in maniera dittatoriale ed antipatica, ma l'ho fatto perché credo che il Napoli in questi anni avesse bisogno di un dirigente che si comportasse così, dato che rappresentavo l'unica figura societaria a causa dei continui spostamenti del presidente. Era giusto che mi facessi da parte in questo momento. De Laurentiis ha delle idee molto innovative per il Napoli, mentre io avrei potuto continuare a lavorare solamente come so e come ho fatto sempre nella mia carriera».

Rapporto logoro - Per il dg ormai il rapporto con il Napoli era logoro: «A maggio volevo andare già via perché avevo offerte importanti dall'estero e soprattutto perché pensavo che il mio ciclo a Napoli dopo 5 anni si fosse concluso. Dopo 4 anni e mezzo l'anno scorso mi ero reso contro che ormai nessuno mi seguiva più, neanche i calciatori. Non esercitavo più il mio carisma su di loro, forse anche perché i miei argomenti si erano esauriti. Forse è anche normale nel calcio che i cicli si chiudano e che gli stimoli col passare del tempo siano differenti. Ho commesso sempre da solo i miei errori, ma mai come quest'anno, per la prima volta, il mercato è stato fatto collegialmente insieme a De Laurentiis e Donadoni. Tetto ingaggi? Potrei cercare un alibi in questo argomento ma sono stato io ad averlo preteso perché so cosa fare per tenere una società in salute. Si può spendere un po’ di più sui cartellini ma sugli stipendi c’è bisogno di avere dei tetti prestabiliti. Avevamo una squadra che mediamente guadagnava poco e non si poteva poi rapportare tutti allo stipendio di un nuovo arrivato. Io credo nei diritti d’immagine ma ci vuole una struttura che sappia sfruttarli perché noi col Napoli li avevamo ma non ne abbiamo mai fatto uso».

Il mercato - Per quanto riguarda l'ultimo mercato: «Cigarini è stato un calciatore fortemente voluto da Donadoni. Essendo bergamasco seguiva con attenzione l'Atalanta e così i primi calciatori che ci ha chiesto sono stati Cigarini e Floccari. Ma ritengo che il futuro del Napoli sia luminoso. In organico ci sono giocatori giovani come Hamsik, Lavezzi, Gargano e Santacroce che lasciano ben sperare oltre che Quagliarella e Campagnaro che sono giocatori importanti».
Fonte: C.d.S.