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"Mi sento un leone"
Conferenza stampa del tecnico dopo la disfatta col Genoa.

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16 Settembre 2009 -- Torna a parlare Donadoni. A due giorni dal ko di Marassi con il Genoa, il tecnico del Napoli fa il punto della situazione in casa azzurra. E confessa di non sentirsi in discussione, anzi. «Capisco l'amarezza dei tifosi, capisco le critiche ma sono sereno. E non mi sento in pericolo. Mi sento un leone che ha voglia di rifarsi».

IL KO DI MARASSI - Donadoni è poi tornato ad analizzare il ko con il Genoa: «Dopo qualche giorno, certe cose si possono valutare diversamente che a caldo. Fino al primo tempo ho visto un ottimo Napoli. Nel secondo tempo, invece, ci siamo disuniti. Ma sono convinto che se avessimo chiuso il primo tempo 1-0 e con un uomo in più, questa partita l'avremmo vinta. Poi tutti hanno visto certe decisioni che sono state prese in campo. Manca qualcosa al Napoli? Parliamone più avanti. Contro il Palermo non siamo stati sovrastati fisicamente. Se tra 5-7 partite ci saranno ancora problemi poi faremo discorsi del genere».

VIDEO: LA CONFERENZA STAMPA DI DONADONI

LE ASSENZE - Il tecnico azzurro ha poi respinto le critiche sul mancato impiego dal primo minuto di Gargano e Lavezzi: «Tutti dicono che dovevano giocare Lavezzi e Gargano dal primo minuto, ma senza di loro stavamo vincendo. Anzi, quando sono entrati abbiamo subito gli altri tre gol. Secondo questo ragionamento sono loro i responsabili della sconfitta, ma non scherziamo.. Sono discorsi semplicistici questi. Io ho una rosa di 25 giocatori ed ho varie alternative. Quante volte si dice che il campionato è lungo, stressante, che ci sono molti infortunati e si gioca tanto. Poi quando uno cerca di fare rotazione, cancelliamo tutti i discorsi e questi ragionamenti vengono a cadere. Non è un principio assoluto che chi vada in Nazionale poi non giochi. Io valuto di volta in volta. Ma se avessimo perso 3-0 con i nazionali in campo cosa avreste detto? Il mister fa giocare quelli stanchi? Io devo valutare tutto. Mi fate notare che Zanetti ha giocato tutta la partita con l'Inter, ma nel Milan, ad esempio, Pirlo e Zambrotta hanno giocato solo nel secondo tempo. Ogni allenatore fa le sue valutazioni ed io faccio le mie...».

IL CALO MENTALE - Donadoni è sicuro che la squadra sia crollata a livello mentale: «Dobbiamo crescere sotto questo profilo. Giocare fuori casa non deve essere un problema e non deve succedere che alla prima difficoltà la squadra subisca una flessione psicologica. Questo tipo di retaggio viene esempre fuori e dobbiamo far sì che scompaia. Sicuramente l'aspetto caratteriale è quello che deve crescere maggiormente rispetto al resto. Ma quando si perde siamo tutti responsabili. Io non mi sono mai nascosto e nè ho mai puntato il dito contro nessuno. La squadra deve crescere. Occorre dare le giuste conferme. Spesso si dice che nel campionato italiano si gioca troppo. Non è possibile cancellare tutti i discorsi buoni che si fanno, se facciamo rifiatare qualche calciatore. Ci sono pure delle regole. Anche io sono stato calciatore: a Milanello si verificavano le stesse cose. Esistono anche i giocatori che si impegnano mentre gli altri sono in Nazionale».

IL RISCATTO - Gli azzurri hanno subito l'occasione per il riscatto, sabato al San Paolo con l'Udinese: «In questa settimana profonderemo l'impegno e la determinazione per rialzarci. Raccogliamo le forze e cerchiamo di reagire subito. Santacroce titolare? Molto probabile, il Napoli crede in Santacroce. Io credo nelle sue potenzialità e per questo abbiamo rifiutato tantissime offerte». Un pensiero su Mannini: «Ho visto i suoi gol, ma non lo rimpiango. Sono contento per lui». Finale su Hoffer. «Non ha nulla a che vedere con Lavezzi. Non è il vice Lavezzi. Hoffer è tornato anche lui dalla Nazionale. E' un giovane che sta crescendo, avrà i suoi spazi. Volevo farlo giocare nel secondo tempo. Ho sentito De Laurentiis: abbiamo parlato tranquillamente senza nessuno tipo di problema».
Antonio Giordano