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Napoli, col Genoa per sé e per Donadoni
Caccia a un successo fuori casa per far dimenticare al tecnico l’esonero del Genoa

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09 Settembre 2009 -- Aspetta il rientro dei nazionali per spiegare meglio quale Napoli vorrebbe a Genova. Intanto, Donadoni ha già cominciato a suggerire a quelli che ha disposizione come comportarsi nelle due fasi di gioco. Ripartenze mirate, chiusure tempestive, rispetto delle posizioni in campo e soccorso immediato al compagno che si viene a trovare in inferiorità. Se non è un imperativo quello di Donadoni, poco manca: a Genova, il Napoli dovrà invertire la tendenza, provare a sfatare il tabù trasferta, cominciare a raccogliere quello che semina. E’ da circa un anno che gli azzurri non riescono a compiere un exploit lontano dal San Paolo. C’era ancora Reja in panchina quando gli azzurri il 26 ottobre espugnarono l’Olimpico sponda-Lazio al termine di uno spunto rabbioso di Lavezzi. Da allora, una serie interminabili di sconfitte e con l’avvento di Donadoni appena tre miseri pareggi.

Nello studio audiovisivo dell’allenatore, allestito in uno degli uffici di Castelvolturno, gli hanno recapitato il dvd della gara giocata dal Napoli a Genova lo scorso campionato. « Mister, la guardi, fu una delle partite più belle che purtroppo perdemmo per una serie di episodi » . Donadoni la vedrà, forse l’avrà già vista, e poi trarrà le proprie conclusioni. Di sicuro il Napoli attuale è di gran lunga più attrezzato sotto il profilo tecnico di quello dello scorso campionato. Ma dovrà ancora perfezionare certi meccanismi, migliorare sotto il profilo della tenuta, credere di più nei propri mezzi. E in tal senso stanno lavorando l’allenatore e i suoi collaboratori, tra cui il grande ex Mario Bortolazzi. Qualcosa cambierà in vista di Genoa. Soprattutto nell’atteggiamento mentale, nella lettura tattica della partita, nell’attenzione ad ogni singola fase di gioco, che si passiva o di attacco.

Genova è la prima di cinque trasferte mozza¬fiato. Dopo ci saranno l’Inter, la Roma, la Fiorentina, la Juve. Per diventare squadra competitiva per le prime posizioni di classifica, occorre quindi darsi da fare soprattutto fuori casa. E quale banco di prova più indicativo che non la formazione di Gasperini, sfrontata e spietata quando gioca al Ferraris? Ecco, dunque, il monito di Donadoni allo spogliatoio: non basta giocar bene fuori casa come a Palermo se poi alle prime difficoltà si presta il fianco all’avversario in maniera così ingenua; non basta dominare nel primo tempo per poi disunirsi alla distanza. L’allenatore del Napoli, che tiene più di tutti a fare risultato a Genova dove venne esonerato dopo appena tre gare in serie B, invoca intelligenza, elasticità mentale, disponibilità al sacrificio.

L’unica remora resta quella di non poter provare con l’organico al completo. Ieri si è allenato Hamsik, rientrato di corsa dopo la squalifica rimediata contro la Repubblica Ceca. E lo slovacco può essere uno di quei calciatori capaci di mettere in difficoltà la retroguardia genoana. Donadoni ha cominciato a spiegargli dove posizionarsi, quando ripartire, dove andare ad inserirsi per concludere. Hamsik ha dimostrato anche in allenamento di attraversare un felice periodo di forma (tre gol in dieci giorni). Ma mancano ancora sette pedine ed alcune fondamentali. Basteranno un paio di giorni per mettere a punto il tutto? Donadoni lo spera.
Rino Cesarano
C.d.S.