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De Laurentiis boccia Platini, aspettando Lavezzi.
Sul presidente Uefa: si occupi di livellare equità fiscale tra noi e Spagna. Sul Pocho: "E' un campione, lo dimostri".

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06 Luglio 2009 -- Il presidente del Napoli ne ha per tutti. Per il vertice Uefa, Michel Platini, «reo» di aver chiesto un tetto agli ingaggi dopo le cifre iperboliche sborsate dal Real Madrid. E per Lavezzi, al quale lancia affettuose frecciatine: Pocho è un campione, lo dimostri.

Partiamo da Platini: Aurelio de Laurentiis dissente dal numero uno Uefa sul tema del «salary cap». Dichiarazioni rese alla stampa a margine della presentazione dell’accordo con Macron, nuovo sponsor tecnico degli azzurri. «Credo - ha spiegato il produttore cinematografico - che abbia fatto prevalere l’uomo sul dirigente e, così facendo, abbia perso il controllo, dicendo una stupidaggine. Una persona nel suo ruolo deve preoccuparsi di impegnarsi per far rendere omogenea la situazione fiscale e contributiva tra la Spagna e le altre Nazioni. Vada a Bruxelles a far sentire la sua voce di referente europeo del calcio. Lui è responsabile, non è possibile creare squilibri». «Non è possibile - ha concluso De Laurentiis - che il Real Madrid sia più forte delle altre (anche se, per il momento, soltanto sulla carta, perchè sul campo si dovrà poi sempre vedere come va a finire), per una agevolazione sul piano fiscale. Se Inter, Milan o Juventus volessero mettersi allo stesso livello, non avrebbero le stesse agevolazioni fiscali».


Lavezzi
Poi De Laurentiis tira un colpo di stiletto al Pocho, simbolo della squadra azzurra. «Noi non abbiamo chiuso le porte in faccia a nessuno. Lavezzi quest’anno avrà un bel da fare, e solo a fine stagione sapremo se le sue maglie avranno venduto più di quelle di Quagliarella o di chi li affiancherà in attacco. Bisogna cominciare a fare risultato, ed in base a questo determineremo chi sono i campioni». «Lavezzi - ha aggiunto - ha ritenuto di comportarsi in quel modo ma arriverà il momento che dovrà tornare. A quel punto parleremo cercando di capire il perchè di tale comportamento. Lui, magari, il contratto non lo avrà neanche letto. Prima del ritiro dirò ai miei calciatori che ho bisogno di due giorni di ritiro contrattuale: nel senso che dobbiamo parlare tutti per capirci. Non possiamo mettere in mezzo sempre i procuratori. Dobbiamo parlare per capire i nostri diritti e doveri». «Lavezzi - ha concluso il presidente - proviene dall’Argentina: ci vuole del tempo per confrontarsi. Nei prossimi 12 mesi la struttura societaria del Napoli si integrerà di figure che avranno il compito di far crescere il rapporto tra i giocatori e il club».

r. w(CdM)