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Lavezzi se ne va senza permesso
Il Pocho scrive ai tifosi, Marino minimizza: "Tutto si risolverà". L'agente: "Non è un addio".

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01 Giugno 2009 -- Una lettera per spiegare ai tifosi del Napoli che «questo è un momento difficile». Ezequiel Lavezzi non aspetta il permesso della società di De Laurentiis per lasciare l'Italia e vola in Argentina in anticipo, in piena polemica con il club. Resta una lettera amara, dove l'attaccante azzurro spiega i motivi del suo gesto ma si augura che venga tutto chiarito al più presto. «Scrivo questa lettera ai tifosi che mi sono sempre stati vicino e che mi hanno dimostrato anche domenica il loro affetto. È un momento difficile e spero che presto la situazione si chiarisca tanto per voi quanto per me. L'unica cosa certa è che un giorno non ci saranno più nè Lavezzi nè Marino, ma resterà soltanto questa grande squadra e questa immensa città semplicemente perchè il Napoli non è di nessuno, rappresenta la sintesi del sentimento della dignità dei suoi tifosi. Oggi io devo soltanto scegliere tra la dignità e la mancanza di rispetto, fedele alla educazione ricevuta scelgo senza dubbio la dignità".

«Questa non è una lettera d'addio». Alejandro Mazzoni, agente di Ezequiel Lavezzi, spiega così i motivi che hanno spinto l'attaccante del Napoli a lasciare in anticipo la città e a partire per l'Argentina. «Pensava di dover lasciare una spiegazione ai tifosi, che sono importanti per lui. Non ha mai detto che vuole lasciare il Napoli- ha detto l'agente ai microfoni di Sky Sport 24- c'è un'offerta vera di una squadra che gioca in Champions League e lì andrebbe a guadagnare molto più che qui. Il direttore (Marino, ndr) aveva una strategia per arrivare fino al termine della stagione ma non ha rispettato niente di quello che aveva promesso». Lavezzi ha comunque un contratto a cui fare riferimento... «Penso che sia vero che debba essere rispettato, ma anche la parola deve esserlo. Il direttore ha dato una parola al ragazzo, che oggi è deluso per questo: sono state promesse cose che non ha rispettato. I contratti ci sono ma si possono ridiscutere. Se ci fosse un'offerta importante, e io posso guadagnare tre volte rispetto a quello che guadagna qui, è giusto che il Napoli almeno ascolti questa possibilità. E se non vuole, dica almeno cosa fare con me». Domenica allo stadio i tifosi erano con il giocatore («il Pocho non si tocca») e auspicavano chiarezza. «Manca proprio questo, nessuno parla con il calciatore, non si è mai vista una cosa del genere». Poi Mazzoni ripete: «Il ragazzo vuole restare al Napoli. Ma per lui è più importante la dignità che sta al di sopra dei contratti, della nazionale, dei soldi: sopra tutto». Una decisione che comunque è stata ragionata e di cui Lavezzi ha informato i compagni. «Lui è stato rispettoso con compagni e allenatore, ha parlato con loro spiegando la situazione, ha parlato dieci giorni fa due volte con l'allenatore. Ha detto che prima della fine del campionato avrebbe preso la sua decisione. Anche per i tifosi ha mostrato rispetto, ha aspettato mettendo tutto il cuore in ogni gara». Ora a che quota è la percentuale della sua permanenza? «L'altra volta ho parlato del 50%. Per la città e i tifosi sarebbe del 100%, ma se fosse per il rapporto tra noi e direttore, la percentuale sarebbe vicina allo zero. Quindi la media è del 50%». A questo punto il prossimo passo qual è? «Deve accadere che il Napoli, il direttore o il presidente, siano disposti a parlare, a fare chiarezza: dire se vogliono che resti o se vogliono venderlo. Forse vogliono alzare il prezzo del mercato. Ma è difficile quando non due parti non si parlano». (ilMattino)