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«Napoli, sei troppo buono»
I numeri della squadra azzurra sono desolanti, ma pensando al futuro il tecnico si dimostra fiducioso

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25 Maggio 2009 -- I soliti sospetti. Quelli di un Napoli distratto, poco cattivo, che paga oltre misura le disattenzioni e perde partite che sarebbero assolutamente alla sua portata. Ma anche il sospetto, anzi qualcosa di più, che tutto ciò serva a Donadoni e alla società (« adesso bisogna costruire» è la frase dell’allenatore) per rimettere mano al progetto e correggere i “piccoli-grandi” dettagli che hanno reso un calvario il girone di ritorno degli azzurri: 10 punti appena, 8 conquistati dall’ex ct della nazionale nelle 10 partite in cui si è seduto in panchina.

Donadoni prova a non drammatizzare. « Ora non flagelliamoci, non tutto va azzerato. Secondo me il Napoli ha giocato una buona gara, soprattutto nella prima parte, con discreta qualità e quantità. Non siamo stati così decisi e concreti nel finalizzare le occasioni, e nella ripresa alla prima ingenuità abbiamo concesso una ripartenza che ci ha costretto al rigore per poi complicarci definitivamente la vita con l’espulsione di Mannini. Ci manca sempre quel pizzico di cattiveria che ci mettono gli altri e che fa la differenza. Anche oggi una partita equilibrata dove abbiamo avuto la possibilità di chiudere sul 2¬0 e invece è finita 3-1 per loro. Non siamo neppure aiutati dalla fortuna negli episodi ».

La fotografia delle mancanze del Napoli di cui il tecnico prende atto: « Nelle sconfitte mettiamo sempre del nostro con piccole disattenzioni che però poi causano grandi problemi. E’ chiaro che abbiamo dei limiti sui quali siamo tutti responsabili, io per primo. L’unica medicina che conosco è rimboccarsi le maniche, abbiamo il dovere di chiudere bene di fronte al nostro pubblico. Squadra ingovernabile? Non è così, il gruppo è composto di ragazzi a posto, ci siamo trovati di fronte a una situazione difficile e non riusciamo ad invertire la rotta ».I numeri sono desolanti, di certo Donadoni non è riuscito a dare una scossa: « Se mi aspettavo tante difficoltà quando sono arrivato? Magari non tutte queste, ma le difficoltà c’erano, ci sono e vanno affrontate. La cosa non mi spaventa, sono qui per questo. Credo di essere stato sempre schietto e leale sull’argomento e in questi mesi di avere capito tante cose ».

Sembra un modo per rinviare il riscatto alla prossima stagione ma Donadoni chiarisce subito che tiene all’ultima sfida in programma: « Adesso voglio che il Napoli resti concentrato sulla giornata che rimane da disputare. Giochiamo in casa e bisogna chiudere bene, in maniera dignitosa. E’ chiaro che i nostri tifosi non sono soddisfatti, non possono esserlo e capisco perfettamente l’atteggiamento del pubblico. Ma vi assicuro che tutti noi abbiamo una grande rabbia dentro per quello che vorremmo fare e non riusciamo. Intravedo una sola possibilità per venirne fuori, il lavoro ». Sul futuro perà invia un messaggio piuttosto chiaro all’ambiente: « Anche nel Napoli di oggi c’è un pezzetto di futuro. Bisogna avere coscienza nel programmarlo ed idee chiare su quanto c’è da lavorare. Abbiamo l’ambizione di riportare il club in alto, adesso bisogna fare le cose a modo ».

All’aeroporto di Catania una decina di tifosi del Napoli lo intercettano, chiedono spiegazioni dopo quest’altra sconfitta, ma soprattutto gli lanciano un invito: «Aveva promesso di non far giocare più Zalayeta. Lo lasci perdere!» .Le rare note positive, i ritorni di Gargano e Lavezzi dopo mesi di infortunio: « Sono felice soprattutto per aver regalato a Gargano questi 20' in cui ha fatto capire che finalmente sta bene fisicamente dopo il problema che l’ha bloccato (frattura del quinto metatarso, ndc.). Lavezzi? Bene anche lui, è recuperato, ha avuto un paio di spunti di valore. Naturalmente siamo agli sgoccioli della stagione ma anche el Pocho ha dentro il desiderio di rifarsi ». Ma proprio Lavezzi non riesce a trattenere un commento amaro: «Come sto? Quando si perde non si sta mai bene...».
Paolo Vannini
C.d.S.