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Su Donadoni la contestazione degli ultrà
Rabbia all’aeroporto di Catania, protagonisti tifosi della curva A. «Zalayeta non devi farlo più giocare»

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25 Maggio 2009 -- “Zalayeta non doveva più indossare la maglia del Napoli dopo quello che ha fatto, non avevi detto che non avrebbe più giocato?”. Donadoni si è trovato dieci tifosi di un gruppo organizzato della curva A, entrati allo stadio Massimino chissà come (la trasferta era vietata ai napoletani: sono stati elusi i controlli sui biglietti nominali), nella sala partenze dell'aeroporto Fontanarossa due ore dopo la sconfitta con il Catania. Parole dure e richiesta di spiegazioni sulla presenza dell’attaccante uruguaiano, che tre settimane fa si era concesso una vacanza di due giorni senza autorizzazione. «Non vogliamo vederlo più con la nostra maglia». Poi il faccia a faccia tra gli ultrà e una rappresentanza della squadra, guidata dal vice capitano Montervino. «Vogliamo impegno, abbiamo fatto chilometri per voi». Momenti di tensione per il confronto non previsto. Si annuncia contestazione domenica al San Paolo per l’ultima partita con il Chievo.

Sospeso tra le amarezze del presente e le speranze per il futuro, Donadoni aveva assicurato negli spogliatoi del Massimino di non essersi pentito di aver anticipato l’arrivo a Napoli: «Avrei potuto rinviarlo a fine stagione, invece ho accettato di venire per capire com’è la situazione. Era difficile prevedere le difficoltà, però esistono e vanno affrontate. Unità di intenti con De Laurentiis e Marino? Certo, mi hanno scelto loro e le cose devono andare per il verso giusto». Brutto il Napoli a Catania, ancora un ko. «Abbiamo incassato i gol per nostre ingenuità. Secondo me, la squadra ha giocato bene: avrebbe potuto vincere e invece è arrivata la sconfitta. È mancata la cattiveria agonistica per la finalizzazione: è un limite che riguarda tutti, dal primo all’ultimo».

Il Napoli era già in tranquilla posizione di classifica quando è stato esonerato Reja ed è arrivato l’ex ct della Nazionale. Né le prestazioni né i risultati sono stati quelli attesi. Donadoni aveva rivolto un pensiero ai tifosi già prima del confronto con gli ultrà in aeroporto: «Dobbiamo finire bene, serve la vittoria davanti al nostro pubblico che non è soddisfatto così come non lo siamo noi. Questi risultati ci rattristano, ma non bisogna flagellarsi». Reja era stato accusato di non governare lo spogliatoio: la deriva non si è arrestata, anzi. Donadoni non ha mostrato, apparentemente, segni di preoccupazione sull’argomento: «Ingovernabile il Napoli? No. Quando ci si trova di fronte a una situazione che va avanti da mesi, diventa difficile invertire la rotta. Questi sono ragazzi perbene. Bisogna eliminare i difetti e ciò è possibile con la dedizione al lavoro e la coscienza di essere professionisti.

Sono le piccole cose che alla fine fanno la grande differenza. Il Napoli può e deve essere migliorato. Giocatori intoccabili? Non esistono, non li hanno neanche Inter, Juve, Roma». L’ex ct ha cercato di lanciare qualche messaggio, schierando giocatori come Pià. «L’ho confermato perché sta giocando bene. Ma non ci sono state bocciature». Precisazione riferita a Datolo, entrato dopo 17’ per sostituire l’infortunato Pazienza (contrattura muscolare alla coscia destra), e a Denis, rimasto in panchina. Si sono rivisti Gargano e Lavezzi. «Hanno superato gli infortuni e hanno una grande voglia. E rabbia, la nostra stessa rabbia».
f.d.l.
Il Mattino