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Cigarini: Stregato dal San Paolo
Un precedente nel destino del prossimo acquisto

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19 Maggio 2009 -- Luca, il professore: diciassette anni è già una testa così, il satellite intorno al quale gravitava quel Parma primavera del 2004, la scienza esatta in quei lanci millimetrici, in quella saggezza da giovane vecchio. Il fosforo era ovunque, nella mediana, nella trequarti, ovunque gironzolasse Luca, il professore, come da felice intuizione di Cesare Prandelli: «L’appellativo mi piacque, ovviamente, ma non chiedetemi se il mister vide giusto: queste sono domande da girare ad altri » . Laurea ad honorem, prima d’imbracciare il campo e ritrovarsi a sciorinar calcio con naturalezza: un anno alla Sambenedettese, tre stagioni al Parma, una a Bergamo, avendo inconsapevolmente Napoli nel destino. «Sono orgoglioso di piacere a Donadoni, ex giocatore di spessore internazionale, ex Ct della Nazionale italiana, allenatore emergente; e sono orgoglioso che il mio nome sia accostato a quello di un club prestigioso come il Napoli: ma...» .

I professori son fatti così, dicono quello che pensano dopo aver pensato a ciò che devono dire, ma era già scritto nel libro dell’esistenza di Luca Cigarini che sarebbe successo al San Paolo, la prima volta... «in cui mi sono sentito un calciatore vero» . Le coincidenze sono le cicatrici del destino per raccontarla alla Zafon è il 5 giugno del 2005, in quella Fuorigrotta stipata da sessantamila tifosi, Napoli-Sambenedettese (semifinale play-off di C/1) fu uno show che rubò gli occhi e l’anima a Luca Cigarini, il professore metodista d’un centrocampo in cui c’erano pure Amodio e Bogliacino: « Fu una delusione, quella sconfitta. Però la giornata m’è rimasta dentro» . Bergamo Alta, oggi, è l’osservatorio giusto per scoprire il calcio dalla ragguardevole distanza d’una serenità interiore inattaccabile; e adesso, mandando un’occhiata laggiù, su quel palcoscenico che produce fascino e mistero, paure e inquietudine, c’è una scia da seguire: « Faccio una premessa: io sono un giocatore dell’Atalanta che mira a chiudere benissimo questa stagione per me determinante. Di mercato non parlo, lascio che siano le società a farlo. Il mio ruolo è in campo. Però garantisco che non ho paura delle pressioni. che non sono spaventato assolutamente dalle attese e che dal punto di vista psicologico sono pronto a sostenere qualsiasi esame: fa parte del gioco» .

Napoli è l’orizzonte in cui infilarsi; Napoli è la cattedra sulla quale accomodarsi, l’università del calcio degli anni ‘90 vissuta da dentro da Giovanni Bia, il procuratore del professore che al san Paolo visse il post-Maradona; Napoli è la cartolina mostratagli a Parma da Paolo Cannavaro, a Bergamo da Nando Coppola e Yuri Garics; Napoli è la patria calcistica attuale di Santacroce e Russotto, compagni d’avventura in Under 21; Napoli è la consacrazione del suo amico Matteo Contini: «Coppola e Garics mi prendono in giro, io leggo come gli altri e resto lucido e distante dalle notizie. Diciamo che se ne parla e ciò vuol dire che con l’Atalanta sto facendo bene. Ma ci sono ancora due gare, ci tengo, se vuole parliamo di altro. Io uomo del momento? Mi sembra troppo, onestamente. Come mi piace giocare? Farei anche il centrale difensivo per scendere in campo, ma in un centrocampo a tre, sistemato davanti alla difesa, penso di dare il meglio di me stesso. Però anche a due me la cavicchio, dài, quest’anno con Del Neri non mi sono dispiaciuto, io e Guarente ci siamo difesi benino. I calciatori preferiti? Da ragazzo, ammiravo Zidane. Però adesso qualcuno vuol avvicinarmi a Pirlo, il mio punto di riferimento: per esser come lui, devo masticare ancora un bel po’ di calcio » . Futuro prossimo, stagione 2009-2010: Napoli, lezioni di calcio....
Antonio Giordano
C.d.S.