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Beretta presidente della Lega A
Dopo la scissione tra la serie maggiore e quella cadetta, si è proceduto alla nomina del nuovo rappresentante

14 Maggio 2009 -- Per gli annali il 14 maggio 2009 sarà il giorno della nascita della Lega nazionale professionisti di serie A. L'atto costitutivo è stato ufficialmente formalizzato dal notaio Giuseppe Calafiori, giunto nel tardo pomeriggio negli uffici della Lega di via Rosellini per quella che sia Galliani che Cobolli Gigli hanno definito "giornata storica" per tutto il calcio.

E i presidenti 'scissionisti' (oggi erano presenti 15 società di serie A su 20: Catania, Reggina, Cagliari e Sampdoria hanno delegato e firmeranno la prossima volta, mentre il Lecce non partecipa all'operazione) hanno eletto all'unanimità Maurizio Beretta presidente. Il legale rappresentante dei club di A sarà quindi, insieme all'assemblea, l'unico organismo di questa nuova Lega. Sparisce, almeno per ora, il Consiglio, mentre per quanto riguarda i Consiglieri federali se ne parlerà dopo la ratifica della Federcalcio. La Lega adesso è davvero divisa in due e sembra lontanissima l'ipotesi di una retromarcia.

"Si è andati avanti secondo il piano di lavoro varato il 30 aprile - dice alla fine il neopresidente Beretta -. La costituzione formale della Lega professionisti di serie A è d'altra parte un passaggio di un percorso che durerà un anno e che deve essere concluso e riconosciuto entro giugno del 2010".

Una data che coincide con l'entrata in vigore della legge Gentiloni-Melandri sulla vendita collettiva dei diritti tv. E con i Mondiali del Sudafrica. Nel frattempo, quelli che ormai sono 'i giovedi' della Legà, probabilmente diventano un appuntamento fisso. "Per continuare il nostro lavoro", spiega Beretta. E il prossimo giovedì servirà per decidere quale posizione prendere nei confronti dell'assemblea generale di A e B convocata per il 25 maggio dal revisore dei conti. All'ordine del giorno ci sarebbe proprio l'approvazione del regolamento di Lega, l'elezione della governance e del presidente. Cioé quello che finora è stato materialmente impossibile, e che tanto più impossibile appare adesso. Beretta, infatti, non conferma stasera che i club di serie A diserteranno la riunione aprendo di fatto la porta al commissario nominato dalla Federcalcio. Che, a questo punto, sarebbe più che altro una sorta di 'commissario liquidatore' col compito di dividere i beni.

"A oggi - dice solo - mi sembra che i presidenti abbiano mantenuto il programma indicato. Giovedì vedremo cosa fare". Con quali possibilità di un ripensamento, vista la resistenza 'a oltranza e in ogni sede' minacciata dalla serie cadetta? "Come deciso il 30 aprile - risponde l'ex direttore generale di Confindustria - si guarda a una forte capacità di crescita, ad una cultura europea. E' importante sottolineare che si sta attuando, con serietà e determinazione, un percorso nell'interesse dal calcio italiano, per farlo crescere tutto e generare più ricchezza". Un calcio italiano che dovrebbe essere più 'importante' nei confronti del resto d'Europa. "Sto studiando le esperienze degli altri Paesi - sottolinea Beretta - e sono convinto ci siano straordinarie potenzialità di crescita per questo nostro fantastico mondo".

da: www.ansa.it