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Il Napoli torna a vincere
Zalayeta regala la prima vittoria di Donadoni e la prima vittoria del girone di ritorno.

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26 Aprile 2009 -- L'Inter cade dopo tre mesi riaccendendo il dibattito sulla corsa scudetto. A cinque giornate dalla fine il Milan è a 7 punti, la Juve a 9. I rigraziamenti del caso vanno girati a Marcelo Zalayeta, il killer vestito d'azzurro che a metà ripresa ha messo il sigillo su una notte che il San Paolo aspettava da parecchio tempo, per la precisione dall'11 gennaio (1-0 al Catania).

MURO CONTRO MURO - Figo e Balotelli accanto a Ibrahimovic: tridente, più o meno adeguato sugli esterni avversari. Ecco la formula di Mourinho, già vista e per niente "magica", nel senso che per Santacroce e Aronica il compito di chiudere gli attacchi dall'esterno risulta abbastanza semplice. Meno di 40 minuti ed ecco il passaggio al modulo con tre mezze punte dietro Ibrahimovic. Più spregiudicato ma non certo più efficace. Il Napoli invece non cambia mai: va avanti a testa bassa, pensa a difendersi per più di un'ora affidando il contropiede a Lavezzi e Denis, tutt'altro che ispirati. A centrocampo Donadoni ha sostanzialmente rafforzato la diga con Montervino e Amodio (alla seconda presenza in campionato), due che c'erano quando il Napoli era in serie C tre anni fa.

PREVEDIBILI - Mannini e Balotelli sono i più in forma. Il primo cuce diligentemente su Figo e costringe Vieira all'ammonizione quasi istantanea. Il secondo conferma di essere in condizione invidiabile, e anche se l'occasione migliore del primo tempo è di Samuel (colpo di testa deviato in angolo da Navarro), il diciottenne elargisce palloni precisi e invitanti nell'area azzurra. In generale comunque, manca l'accelerazione, il salto di uomo: tutto è troppo prevedibile tra un lungo possesso di palla (Inter) e una serie di lanci per le punte (Napoli).

INTER TIMIDA - E' comunque la squadra di Donadoni a iniziare meglio il secondo tempo sfruttando i metri lasciati dai nerazzurri. La leggera superiorità in mezzo al campo non trova inizialmente sfogo davanti a Julio Cesar, tant'è che l'unica conclusione degna di nota è quella, piazzata, di Ibra dopo più di un'ora di gioco. Mannini e soprattutto Montervino sprecano manovre in velocità fallendo l'ultimo passaggio. A Donadoni manca disperatamente qualità in mezzo, anche perché Hamsik fa fatica a ritrovarsi. Eppure...

ECCO LA SVOLTA - Zalayeta impiega dieci minuti tondi a segnare il gol più importante della sua stagione. Metà del merito va al lavoro di Lavezzi, che accentra su di sè tre difensori per poi aprire il campo al destro preciso del Panterone. Con meno di venti minuti a disposizione, Mourinho cala sul tavolo un'altra punta, Cruz, che si aggiunge a Ibra, Balotelli e Mancini, scelto per allargare il gioco. La reazione non segue un filo logico, è nervosa e forse un po' molle per la stanchezza del doppio impegno in pochi giorni. L'occasione costruita da Blasi, e neutralizzata da Julio Cesar, pareggia il conto della palle gol e rende più limpido il successo del Napoli, premiato dalla miglior condizione e soprattutto dalla "fame" di successo. Che prescinde dalla classifica e pure dai "tituli".

A cura di Antonino Morici (Gazzetta dello sport)