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Reja:”L’anno più bello del Napoli”
Il 2008 è stato un anno fantastico per la squadra azzurra ma soprattutto il più bello della sua carriera.

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29 Dicembre 2008 -- E allora che dire di quest’anno. Qual è il bilancio di Eddy Reja? «Il 2008 è stato un anno eccezionale. Fantastico. Indimenticabile. Se tiro la somma vado ben al di là di quelle che erano le previsioni più felici». Parla della squadra? «Sì. È stato un altro anno vissuto all’insegna del miglioramento. Anche se, non lo nego, c’è stato un momento in cui ho temuto». A che si riferisce? «Al campionato scorso. A febbraio vivemmo un momento molto delicato. Quando andammo a Livorno la nostra classifica era ad alto rischio. Una sconfitta ci avrebbe cacciato nella zona rossa, invece vincemmo e cominciò un’altra fantastica avventura. Cambiò tutto. Scrivemmo un’altra storia».

E il 2008 di Eddy Reja? «Di me non parlo mai troppo volentieri ma l’ammetto: dentro provo un senso grandissima gratificazione. Personale e professionale. Sono contento di come è andata. Sono felice per tutto quanto sto vivendo a Napoli e col Napoli. Ma finiamola qui. Non mi va di perdere il senso della misura». Questione di carattere o solo coscienza che nel calcio il futuro è sempre incerto? «Questione d’esperienza. E l’esperienza mi insegna che nel calcio vale solo quello che farai. Conta il futuro, insomma». Futuro, giusto. Il suo come lo vede? «Roseo. Anzi, no, lo vedo ancora azzurro». Intanto dovesse scegliere un momento di quest’anno da mettere in cornice quale sceglierebbe? «Non ho bisogno neppure di pensarci. Ci metterei quel primo posto solitario conquistato a fine ottobre dopo il successo sulla Juve nell’anticipo del sabato. Durò meno di ventiquattro ore, è vero, ma per me fu una fantastica emozione. In serie A primo in classifica da solo non c’ero stato mai».

Lippi ha detto che è il Napoli la squadra che gioca il miglior calcio del momento. È un bel complimento. «Detto poi da ct campione del mondo vale anche di più. Sì, è un gran bel complimento. Lo confesso, a volte lo penso anch’io. Se è così, è il risultato di anni di investimenti da parte del club e di anni d’applicazione da parte della squadra». Diciamo la verità: attorno a lei c’è stato anche scetticismo. Ora, invece, Napoli le riconosce il merito della ricostruzione azzurra in campo. Qual è il rapporto di Reja con la città? «È straordinario. Napoli ti prende, ti coinvolge. Ho la fortuna di vivere in una città speciale. Unica probabilmente. Sa che cosa penso certe volte? Penso che in un futuro che spero lontanissimo mi sarebbe difficile allenare un’altra squadra, in un’altra città. Si, penso proprio che Napoli sarà la mia ultima panchina». Un anno se ne va e un altro arriva.

Che cosa chiede al 2009? «Considerando che mancano ancora due partite al giro di boa e che possiamo fare ancora punti, vorrei che il Napoli raddoppiasse quelli dell’andata». Il che vorrebbe dire qualificazione Uefa certa e forse, chissà... «Proprio così. Il desiderio è la qualificazione diretta alla coppa Uefa. Il sesto posto, insomma. Dopo l’ottavo dello scorso campionato sarebbe un altro passo avanti. Significherebbe anche il consolidamento di una posizione, di un ruolo al vertice del calcio nazionale». Vuol dire che il Napoli non è ancora tra le grandi? «Sì, lo siamo già e questo è il nostro orgoglio, ma la crescita non è completata. Ci manca ancora un po’ di maturità. Ma del resto è logico: il Napoli è una squadra giovane, 25 anni l’età media».

Quindi problemi per la zona Uefa? «No, io ci credo, ma ci sarà da lottare sino all’ultimo minuto. Perché? Perché il conto è presto fatto. Per i primi posti ci sono almeno cinque squadre più attrezzate: l’Inter che vincerà lo scudetto perché è davvero la più forte, poi Milan, Juve, Fiorentina e anche la Roma che sta recuperando. Così per quel sesto posto ce la dovremo vedere con la Lazio, il Genoa, probabilmente anche l’Udinese». E alcune di queste squadre sfrutteranno gennaio per migliorarsi. Lei che cosa s’aspetta dal prossimo mercato? «Il Napoli dispone di buoni valori. Per migliorarsi dovrebbe ingaggiare qualcuno in grado di fargli fare un salto di qualità, ma un calciatore così chi te lo cede? No, seppure Marino è pronto ad approfittare di ogni opportunità e De Laurentiis è disponibile a nuovi investimenti, il nostro mercato, se ci sarà, sarà proiettato già al futuro. Alla prossima stagione. Nell’immediato non m’aspetto nulla che possa stravolgere o cambiare l’eccellente equilibrio raggiunto dalla squadra».
F. Marolda
Il Mattino