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Il Palazzo degli Intoccabili
A dicembre si rinnova la Federcalcio, ma sembra proprio che nessuno abbia intenzione di provare a svecchiare un sistema che è ancora figlio delle metastasi di Calciopoli.

12 Novembre 2008 -- Il 1° dicembre l'Assemblea Federale straordinaria che approverà la revisione dello Statuto, poi - entro la conclusione dell'anno solare - le elezioni delle nuove cariche per il quadriennio 2008-2012. Forse è con queste date in mente che bisogna affrontare le recenti polemiche sollevate dai presidenti dei club di A e B, discorsi che a prescindere dal soggetto in questione esprimono il nervosismo che si respira nel "Palazzo".

Inutile dire che, come da costume italiano, la preferenza nell'aria romana è una "non-preferenza". Appare abbastanza chiaro che Giancarlo Abete sia destinato a rimanere il Presidente della Federcalcio per almeno altri quattro anni, così come è attesa la conferma di Antonio Matarrese quale leader della Lega Calcio. Il mondo del pallone, d'altra parte, si era limitato a rimescolare le sue carte dopo uno scandalo delle proporzioni di Calciopoli e, di conseguenza, immaginate pure la ventata di novità che porteranno le prossime elezioni: calma piatta...

Fortunatamente il calcio italiano sta bene: gli stadi sono diventati sicuri, le squadre non hanno grossi debiti, gli sponsor si interessano anche alle squadre piccole, gli spettatori sono sempre più numerosi e le nostre squadre dominano in Europa. Perdonate l'ironia, ma sembra tutto il contrario.

Volendo anche prendere l'ultima stagione europea come un anno di sconfitte sportive sfortunate, resta il fatto che il sistema economico e quello delle infrastrutture del calcio italiano rimangono nettamente indietro rispetto alle altre grandi nazioni europee. Poiché abbiamo sentito parlare anche troppo del "modello inglese" che ha lasciato gli hooligans fuori dagli stadi, questa volta vale la pena dare un'occhiata alla Germania, un Paese dove la passione per il calcio è paragonabile a quella italiana, ma il livello del campionato è francamente inferiore.

Ciò nonostante il calcio tedesco è in netta crescita, secondo in Europa solo all'Inghilterra per numero di presenze negli stadi e spinto economicamente dagli investimenti relativi all'ultimo Mondiale in una scia che l'Italia non ha saputo cogliere finendo letteralmente umiliata nella sfida con Ucraina e Polonia per Euro 2012.

La netta bocciatura dell'Uefa in quel pomeriggio dell'aprile 2007 avrebbe dovuto convincerci della necessità di una svolta di freschezza in un ambiente che ormai vive sui debiti ed è prossimo al collasso a causa della recente recessione economica. In Italia, statene certi, non spunterà dal nulla un "Obama del pallone", almeno fino a quando non capiremo che è inaccettabile uno Statuto in cui un Presidente Federale può essere rieletto all'infinito, in un sistema che quindi inevitabilmente propone una gestione di tipo quasi familiare, figlia di favori e ripicche, piuttosto che un'idea di professionalità e progetto per il futuro.

Luca Stacul / Eurosport