22 Ottobre 2008 -- «È una pagliacciata, spero che chi mi ha voluto processare rientri nei termini della ragione, cosa che non è accaduta fino a qui». In questi termini si espresse lo scorso 28 settembre, subito dopo la partita di Bologna, Daniele Mannini. Ebbene ora, pagliacciata o no, siamo arrivati al redde rationem: domani infatti arriverà la sentenza del Tas (il tribunale sportivo europeo) in merito al ricorso presentato dall'agenzia mondiale antidoping (la Wada), che ha chiesto due anni di squalifica per l'esterno del Napoli, reo (insieme a Possanzini) di aver ritardato le procedure antidoping in occasione di Chievo-Brescia del dicembre 2007. Il legale dell'atleta, Carlo Ghirardi, si è sempre detto ottimista sul buon esito della vicenda, e in questi termini si è espresso ieri anche il procuratore del giocatore, Davide Lippi («aspettiamo il verdetto con estrema serenità»), ma il club partenopeo ha più volte lasciato intendere negli ultimi mesi di non fidarsi troppo. Tanto è vero che attraverso il proprio legale di fiducia, l'avvocato Mattia Grassani, ha da tempo fatto sapere che questa storia potrebbe avere una coda: «In caso di squalifica, il Napoli potrebbe anche chiedere al Brescia una sorta di risarcimento danni perché il club lombardo, all'epoca della cessione di Mannini, non avrebbe informato il Napoli dei fatti», ha appunto più volte dichiarato Grassani.