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Napoli, fine del sogno
Finisce 2-0 per il Benfica grazie alle reti di Reyes e Nuno Gomes. Rammarico per il palo di Cannavaro.

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02 Ottobre 2008 -- LISBONA (Por), 2 ottobre 2008 - Alla fine stasera c'è poco da rimproverare al Napoli. Ci sta, di andare a Lisbona e perdere 2-0 dal Benfica, anche dopo una buona prestazione, specie nel primo tempo (leggasi palo di Cannavaro e occasionissime per Lavezzi e Zalayeta). Ma l'inesperienza degli uomini di Reja, che all'andata aveva tenuto in vita i portoghesi, anche al Da Luz si è fatta sentire. Perché il Napoli è scomparso dopo l'1-0 di Reyes, fulmine a ciel sereno; e il raddoppio di Nuno Gomes è stato inevitabile. In mezzo, le prestazioni deludenti dei più attesi: Hamsik su tutti. Rammarico, dunque, e lezione per il futuro. Intanto si torna a casa, con sul groppone la prima sconfitta stagionale, ma a testa alta.

C'E' LAVEZZI - Senza Suazo, infortunato, il Benfica schiera al centro dell'attacco Nuno Gomes; con Di Maria e Reyes pronti a ronzargli intorno. Reja ritrova Lavezzi e lo getta nella mischia accanto a Zalayeta. Niente turnover per gli azzurri e spazio ai migliori. La serata è di quelle memorabili al Da Luz.

NON SI PASSA - Dopo meno di cinque minuti il Pocho fa già capire le sue intenzioni. Su un lancio lungo di Contini l'argentino brucia il pachidermico Luisao e il portiere Quim è costretto a uscire di ginocchio al limite dell'area. Fuoco di paglia, comunque, perché sono i padroni di casa a dettare il ritmo. Napoli sulla difensiva, ma mai in debito d'ossigeno. Certo, due ammoniti in metà tempo (Cannavaro e Vitale) pesano; ma di pericoli veri Iezzo non ne corre.

SPINTA - Anzi, a sudare di più è sempre la retroguardia del Benfica. Lavezzi? Esatto. Quando si fa vedere sono sempre dolori. Come al 33', quando Maggio gli serve una gran palla dalla destra: il Pocho si alza la palla e in sforbiciata tira sull'esterno della rete. Certo, se i compagni lo assecondassero di più non ci sarebbe partita. Dall'altra parte il più attivo è Di Maria ("gemello" del Pocho alle Olimpiadi), che predica nel deserto a parte qualche iniziativa di un Reyes troppo nervoso. Come del resto buona partei portoghesi.

SCIAGURA ZALAYETA - Nel recupero del primo tempo, poi, ecco la grande occasione per il Napoli. Su punizione di Gargano piomba il testone di Paolo Cannavaro: capocciata precisa, fin troppo, che va a sbattere sul palo alla destra di Quim. Zalayeta si trova da calciare, sul rimbalzo, una sorta di rigore in movimento. Sembra tutto pronto per il gol, e invece il Panteròn spara a lato. Incredibile. Nemmeno lui pare crederci al fischio che annuncia l'intervallo.

LA PERLA DI REYES - Perché poi la legge del calcio cala inesorabile, quando meno ce lo si aspetta. Infatti la ripresa parte piano, con il Napoli a controllare e il Benfica a ruminare gioco. Ma a gente come Reyes non si può lasciare nemmeno un centimetro. Al 12' Lavezzi viene contrastato e la palla in un attimo finisce allo spagnolo al limite dell'area. L'ex del Real Madrid e dell'Arsenal non ci pensa su molto e scarica una rasoiata che supera Gianello.

CORREZIONI - E' la svolta, e non potrebbe essere altrimenti. Colpo durissimo per gli ospiti, che faticano a imbastire una reazione. Latita il fosforo di Hamsik, e così i rifornimenti per l'attacco da pochi diventano nulli. Reja prova la carta Russotto proprio per lo slovacco, e Denis per Lavezzi (e l'argentino non prende benissimo il cambio). Succede davvero poco.

TITOLI DI CODA - Anzi, a meno di 10' dalla fine arriva la mazzata definitiva: cross del neo-entrato Carlos Martins dalla destra e zuccata vincente di Nuno Gomes, fin lì inesistente. Il Benfica si mangia il tris in altre due occasioni e chiude toreando il Napoli. Onestamente, sarebbe stato troppo. Finisce la corsa di Lavezzi e compagni, a testa alta. Forse bisognava chiudere il discorso all'andata.

A cura di Alessandro Ruta (Gazzetta dello Sport)