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"Il Napoli vi stupirà"
Ne è convinto il ds Marino: "Ecco come torneremo tra le grandi".

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24 Luglio 2008 -- «Giocare in coppa Uefa e centrare il settimo posto in campionato». Sono gli obiettivi del Napoli per la stagione iniziata il 3 luglio in Austria. Ad annunciarli è Pierpaolo Marino nel giorno in cui il Napoli lascia il ritiro a Jennersdorf per riprendere la preparazione in sede. La coppa Uefa e il settimo posto nel mirino della società, ma anche di Reja e della squadra. Marino, un primo bilancio dopo venti giorni di ritiro. «Un ritiro atipico, ma avendo immediatamente un traguardo, l'Intertoto, non potevamo regolarci diversamente. Considerando che il frutto del nostro lavoro è stata la vittoria sul Panionios ad Atene, possiamo ritenerlo proficuo».

Tifosi in Austria, all'atterraggio a Capodichino, poi per l'allenamento a Fuorigrotta, per non parlare della prevendita per la gara con il Panionios. «Conosco il cuore immenso della tifoseria. Ci è stata accanto in C1, figurarsi adesso che stiamo cercando di andare in coppa Uefa». Perché avete scelto di giocare l'Intertoto? «Perché abbiamo dato uno sguardo ai nomi delle partecipanti della coppa Uefa (tante big da Champions) e perché abbiamo sessantamila clienti al San Paolo. È uno stadio che merita partite di grande livello». C'è ancora da superare lo scoglio del Panionios. «I loro eventuali gol al San Paolo varranno doppio. Sarà più difficile che ad Atene per noi, ma sarebbe da stupidi vanificare quanto di buono abbiamo fatto in Grecia».

Coppa Uefa e settimo posto, dunque per la stagione appena iniziata. «Due traguardi eccezionali». C'è chi teme il rischio che il Napoli possa pagare a metà campionato la preparazione atipica. «Pensarla in questo modo è un vecchio luogo comune. Reja e i suoi collaboratori, che noi abbiamo tesserato con contratti pluriennali facendoli diventare un patrimonio del club, hanno programmato tutto nei minimi dettagli. Non correremo rischi». Già fatto il programma per dopo il match con il Panionios? «No, per scaramanzia, anche se tutto dipenderà da chi affronteremmo dopo. Può darsi che si vada di nuovo in ritiro o che si resti a Castelvolturno».

Ci parli dei tre acquisti. «Riporto il pensiero di Reja, uno che non sbaglia le valutazioni. Un anno fa, dopo pochi giorni, disse cose strabilianti di Hamsik, Lavezzi e Gargano. Ora Denis, Rinaudo e Maggio gli piacciono da morire». Savini e Domizzi. «Non vendiamo i nostri calciatori, ma per entrambi abbiamo deciso di fare un'eccezione a patto che la società non abbia danni patrimoniali». In difesa, però, c'è qualche problema. «Io non mi preoccupo. Inizio a farlo solo quando ho dieci infortunati. In Grecia abbiamo vinto nonostante mancassero Lavezzi, Mannini, Zalayeta, Savini, Domizzi e Santacroce. Sabato in difesa giocherà Grava, uno della vecchia guardia. Ha fatto bene anche giocando fuori ruolo».

La firma per acquistare Russotto? «La prossima settimana. Pagheremo 230mila euro per il prestito. Questa cifra verrà defalcata da quella del possibile riscatto già fissato: quattro milioni. Russotto, comunque, sarà la quinta scelta: verrà dopo Lavezzi, Zalayeta, Denis e uno tra De Zerbi e Pià». Il prossimo acquisto. «Se ci sarà, dopo Ferragosto». De Laurentiis è contento della crescita del Napoli. «Lavoro per lui e per la gente di Napoli. I risultati stanno confortando quanto sto facendo. Ringrazio il presidente che ha messo nelle mie mani la sua cassaforte». Perché pesca soprattutto sul mercato sudamericano? «Ci sono calciatori bravi e affamati. Hanno caratteristiche adatte al nostro torneo: tattica, tenuta, pressione, umiltà. Si adattano subito. Anche nell'est dell'Europa ci sono bravi elementi, ma bisogna andare in competizione con i club spagnoli, russi, inglesi e tedeschi e i prezzi e gli ingaggi volano alle stelle. Io, comunque, tengo monitorati tutti i campionati».

A chi, sinora, il suo applauso per il mercato? «A Palermo e Fiorentina». Quale il grande colpo? «Non lo fa chi ha tanti soldi e va a prendere un fuoriclasse. Facile. È bravo chi intuisce le qualità di giovani elementi, li prende a costi moderati e poi li vede esplodere».


A cura di Vittorio Raio (ilMattino)