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All’Olimpico la partita degli addii
A Castelvolturno c’è già chi svuota l’armadietto.

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16 Maggio 2008 -- Per alcuni azzurri, infatti, quello di domenica a Roma con la Lazio sarà l’ultimo appuntamento ufficiale in maglia azzurra. È vero, sino a fine maggio ci saranno ancora allenamenti e due amichevoli - con il Genoa nel Trofeo del Tirreno il 24 a Marassi ed il 31 in casa -, ma una fetta della squadra avrà già la testa altrove: ai colloqui con il Napoli e coi procuratori, alla ricerca di un’altra maglia, alla caccia a nuovo ingaggio per chi è in scadenza di contratto. Almeno sette gli azzurri arrivati già ai saluti. Ufficiali, annunciati e persino già celebrati quelli di Roberto Sosa che privilegiando il rientro in famiglia a un altro anno di contratto ha deciso di tornare in Argentina. Ancora un anno di pallone laggiù, con il Gimnasia di La Plata, poi l’addio definitivo al calcio. In Sudamerica porterà con sé il ricordo di quattro anni azzurri, di 117 presenze in campionato e di 28 gol. Lui che fu il primo acquisto del Napoli della rifondazione.

Domenica saluterà la maglia azzurra pure Calaiò. Amato, discusso, protagonista in C e in B, il bomber siciliano che non ha mai legato con l’allenatore si lascerà alle spalle una stagione nera, con appena due gol in ventisei frammenti di partite. Per lui, due possibili destinazioni: Genova sponda rossoblù, oppure Catania. Addio sicuro anche quello di Domizzi. Questioni familiari lo spingono a cercare altre destinazioni. Per lui, che per il Napoli rappresenta un buon capitale, due le alternative: il Genoa, con Preziosi che ha ammesso chiaro e tondo di volerlo in squadra, e la Roma, che s’è interessato a lui con discrezione.

Quella che sta per finire per Sam Dalla Bona è invece una stagione da dimenticare, da cancellare in fretta. Due presenze appena in campionato e tre in coppa Italia con un gol. Se l’era immaginata diversa la sua esperienza in maglia azzurra, Dalla Bona, e infatti ora non vede l’ora di trovare spazio da qualche altra parte. Fosse anche l’Inghilterra, dove ha giocato. Poi c’è Rullo. Rifiutato a gennaio scorso il tresferimento al Brescia, Rullo ha vissuto un campionato da separato in casa. Quattro presenze, qualche panchina, molte tribune per lui che a 24 anni non può pensare a una carriera da gregario. Saluti, infine, anche da parte di Cupi e Capparella, tutti e due in scadenza di contratto.
f.m.
Il Mattino