CalcioNapoliNews.it
Cerca tra gli articoli
gif
link Homepage    link Email    linkForum     link Chi siamo    link Links     Maradona DayMaradona Day
   linkFile Audio Gol    Area Jolly- Foto, ScreenSaver, Desktop, ...Area Jolly    La Rosa La Rosa     Archivio StoricoArchivio Storico
Tutti pazzi per Ezequiel
Anche in Argentina cresce la febbre del Pocho.

foto
05 Febbraio 2008 -- È già a Los Angeles Ezequiel Lavezzi, alla corte di Sergio Batista, il ct dell’Argentina olimpica che ha deciso di puntare anche sul Pocho per l’operazione Pechino. Mercoledì giocherà con la maglia biancoceleste contro il Guatemala e, prima di lasciare Napoli ha promesso «segnerò ancora, porterò i miei gol napoletani in America per far grande la mia Nazionale». Non ha avuto tempo per festeggiare la doppietta contro l’Udinese; non ha potuto sfogare la gioia in compagnia degli amici, magari tirando tardi nella movida del sabato sera.

Ieri mattina, intorno alle sei, s’è presentato a Capodichino per la partenza verso l’avventura americana, assonnato ma felice. E agli operatori aeroportuali che l’hanno riconosciuto e festeggiato, ha promesso il gol in nazionale da dedicare a Napoli e ai napoletani. Sarà una settimana durissima per il Pocho. Trasferta intercontinentale, partita con la nazionale e immediato ritorno in Italia, entro giovedì. Praticamente sarà a disposizione di Reja solo venerdì per gli ultimi due allenamenti prima della partenza per Genova dove domenica si giocherà contro la Sampdoria.

È un peccato che il Pocho sia costretto a questo tour de force, proprio nel momento in cui stava recuperando smalto e grinta. Ma, forse c’è anche un lato positivo della medaglia: l’esperienza con la Nazionale darà maggiore entusiasmo al nuovo idolo di Napoli.

In Argentina l’exploit dell’altra sera di Lavezzi, ha avuto una vastissima eco sui media locali. Le tv hanno trasmesso le immagini delle due reti in due minuti, i giornali hanno usato toni trionfalistici per raccontare l’evento. Il «Clarin» scrive nelle pagine dello sport «Lavezzi è il personaggio del giorno nel calcio italiano». Il «Diario Olè» parla di giocatore «strepitoso» e racconta, nei particolari, l’andamento dell’incontro e le giocate di Lavezzi. La «Nacion» scrive che Lavezzi «è riuscito a far festeggiare Napoli», e nel corso dell’articolo approfondisce il tema della convocazione in Nazionale e si augura che Lavezzi sappia replicare la partita anche con la maglia dell’Argentina.

I tifosi napoletani, invece, sono impazziti per quei passi di danza accennati dopo le due reti: un singolare modo di festeggiare che ha scatenato la ricerca alle origini della danza. Il popolo del web chiede notizie e diffonde le immagini del balletto accennato con Gargano, compagno d’avventura anche nelle vicende extracalcistiche di Lavezzi. Da Castelvolturno, chi ha guardato tutti gli allenamenti giura che non c’è stata nessuna organizzazione preventiva del balletto, almeno sul prato. Probabilmente il movimento è nato spontaneamente durante la partita, e ha subito trovato l’approvazione del nuovo arrivato Santacroce che ha partecipato al balletto del dopo-gol accennando anche lui qualche passo di samba.

Nel frattempo l’Italia del calcio riscopre il talento argentino che aveva intravisto all’inizio della stagione, e non lesina complimenti. Ieri, in diretta a «Controcampo», Arrigo Sacchi ha fatto un applauso a Marino e De Laurentiis per le scelte di mercato, e ha tessuto le lodi di Lavezzi: «Una promessa del calcio, farà tanta strada». Dall’Argentina, Daniel Bertoni ha ribadito i complimenti fatti alla vigilia del match con l’Udinese: «È grande in contropiede, ha fantasia ed entusiasmo, e si esalta quando gli viene concesso un po’ di spazio». E gli applausi di oggi si uniscono a quelli già ricevuti nei primi mesi d’avventura azzurra; per Carletto Mazzone, Lavezzi è «un giocatore eccezionale che lascia il segno per la potenzialità fisica e tecnica». Secondo Ciccio Graziani il Pocho è un «vero dieci, uno che sa inventare il calcio, anche se è ancora giovane e i paragoni con i grandi campioni, per adesso sono esagerati».

A cura di Paolo Brabuto
Fonte: ilMattino