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Marino:“Le squadre non si fanno a gennaio”
Il dg azzurro soddisfatto del suo Napoli esclude interventi sul mercato di gennaio

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16 Novembre 2007 -- Il dg del Napoli in conferenza stampa si è detto soddisfatto del rendimento della squadra: “Sono molto contento – ha affermato - Se mi avessero detto che prima di questa sosta avremmo avuto 15 punti, avrei firmato subito. Ma la cosa principale è che a questa classifica ci siamo arrivati attraverso il gioco, esprimendoci in maniera brillante, a volte anche spettacolare, con prestazioni convincenti senza mai subire veramente l’avversario, se si eccettua una mezzora con l’Inter. Se invece fossimo arrivati a 15 punti con risultati striminziti, beh lì ci sarebbe stato da preoccuparsi. Con il presidente abbiamo fatto un progetto di cinque anni per riportare il club ad alti livelli: sono passati poco più di tre anni e la squadra è tra le prime dieci d'Italia. Finora nessuna neopromossa ha fatto meglio di noi. Chi scrive o sostiene che la squadra ha bisogno di ritocchi sbaglia per due motivi - spiega Pier Paolo Marino - punto primo, il Napoli non ha bisogno di cambiamenti. Secondo, le squadre si fanno a luglio e non a gennaio. Chi pensa che gli organici possano rinforzarsi nel mercato invernale si confonde. Ripeto, le squadre si fanno in estate, gennaio non corregge luglio”.


Pier Paolo Marino ha poi aperto una parentesi sul delicato momento che attraversa il calcio italiano: “Purtroppo si tratta di una fase triste del calcio e che ogni anno ci vede ripetere le stesse parole. Ho ascoltato tante frasi, ricette o cure, ma individuare quella giusta è impresa ardua. Oltre l’apprensione e lo sgomento che attanagliano tutti, non so lanciarmi in analisi come fanno, legittimamente, autorevoli personaggi del mondo del calcio o dell’opinione pubblica. Di certo non condivido affatto l’analisi demagogica e superficiale che qualcuno avanza sulla connivenza tra tifoserie e società. Queste sono frange che neppure hanno interesse o intenzioni ad interfacciarsi con i club e per le quali il risultato sportivo ha poca importanza. Perciò bisogna ribellarsi all'idea che le società di calcio alimentino il proliferare di questi gruppi dalle ideologie deviate. Anzi è esattamente il contrario: da loro le società subiscono solo danni. Piuttosto mi preme sottolineare che le società devono sottostare all'anacronistica norma della responsabilità oggettiva. E' come se un ladro venisse a rubare a casa tua e la legge ti costringesse pure a chiudere la tua abitazione senza che tu ci possa vivere. Bisogna capire che questa norma rende vittime le società ed impedisce contestualmente alla grande maggioranza di pubblico sano di seguire la propria squadra del cuore”.

“Ringrazio i tifosi del Napoli -ha proseguito il dg - per la fede, l'entusiasmo e la passione profuse. E a loro rivolgo l'appello di alzare uno scudo per difendere lo stadio e la nostra squadra. Napoli nei momenti difficili ha sempre saputo rispondere con civiltà e grande senso di responsabilità”.