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"Daremo filo da torcere a tutti"
Marino parla della gara con la Roma, delle scelte di mercato, di Reja e del suo rapporto col presidente e la città.

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22 Ottobre 2007 -- Mentre prosegue a gonfie vele la vendita dei biglietti per l’anticipo della nona giornata di campionato che vedrà il Napoli impegnato in casa con la Juve, lasciando ipotizzare che ci sarà il tutto esaurito, gli uomini di Reja hanno ripreso la preparazione in quel di Castelvolturno oggi pomeriggio. Il direttore sportivo, Pier Paolo Marino, intervenendo in diretta telefonica a Radio Goal è ritornato sulla bella prestazione offerta dagli azzurri contro la Roma, paragonando la gara alla mitica semifinale dei mondiali di calcio del 1970, Italia-Germania 4 a 3: “Mentre si consumava la gara e cominciavo a vedere che si andava sui 3 a 3, sui 4 a 3 mi sono detto questa stasera è una gara che resterà nella storia del calcio”.

“L’esperienza mi ha abituato a vivere con serenità i momenti in cui si viene criticati per acquisti di mercato, perché l’unica perplessità che ti viene in quel momento, a te che sei responsabile degli acquisti, che sei manager, è solo quella che la persona sulla quale hai puntato non si spaventi o crolli moralmente se non risponde subito alle attese. Poi che a Napoli, negli ultimi anni, in seguito ai continui tracolli del club e anche delle campagne acquisti piuttosto fallimentari ci fosse un po’ di prevenzione, perché naturalmente le generazioni che hanno visto operare Marino a Napoli venti anni fa, tipo come quando comprammo Romano, giusto per intenderci, che allora era un giocatore sconosciuto, oggi non è che siano quelle preponderanti. Ci sono ancora, però, magari, adesso sono tifosi in pantofole. Oggi allo stadio vengono soprattutto quei tifosi che non hanno avuto la fortuna come l’ho avuta io di vedere gli anni d’oro del Napoli. Per cui devi sempre dimostrare qualcosa, come è giusto che sia nel mondo del calcio e naturalmente la diffidenza in una piazza delusa, ingiustamente delusa come Napoli, soprattutto sugli acquisti esteri, vige come normalità. Quindi ho vissuto con serenità il momento iniziale di critiche a Lavezzi, quando si diceva che era troppo grasso e che non correva. L’unica preoccupazione mia era che Lavezzi si spaventasse, perché nella mia carriera io sono abituato a puntare sui giocatori sconosciuti. Io ho preso Ravanelli a 19 anni, Ravanelli con tutto quel fisicaccio che c’ha non ha retto le critiche di quando era con me all’Avellino ed è esploso, poi, anni dopo alla Juventus ed alla Reggiana. L’unica paura è quindi che il giocatore non regga le critiche dal punto di vista psicologico, perché il valore tecnico di un giocatore, quello lo conosci e su quello punti”.

“Le sbruffonate a Napoli non le dobbiamo fare – ha proseguito Marino parlando del prossimo impegno del Napoli con la Juve – Noi siamo gente tranquilla, seria, che lavora, come tutti i napoletani che sono grandissimi competenti di calcio. Noi sappiamo tutti ed i napoletani lo hanno capito fin dalla prima partita col Cagliari quando hanno applaudito in 50mila pur perdendo la prima partita in casa che non meritavamo di perdere, noi sappiamo e siamo convinti che abbiamo una buona squadra. Ora vogliono far passare la difesa della Roma per un colabrodo perché ha preso quattro gol dal Napoli, ma il Napoli ne ha fatto uno all’Inter che è la miglior difesa del campionato, cinque all’Udinese, non vedo perché non poteva segnare contro la Roma. Diciamo pure che se la Roma prende quattro gol con noi e cinque gol li prende l’Udinese, che poi dopo il Napoli non ha avuto più tracolli, allora è il Napoli che è bravo a farli. Ora noi non dobbiamo essere quella squadra o quella società che da una settimana all’altra siamo tutti fenomeni oppure siamo tutti bidoni, ma dobbiamo essere convinti che il Napoli è una squadra che non ha quei fuoriclasse che hanno le prime quattro, cinque squadre della classifica ma è in grado di dare filo da torcere a tutte se gioca come hanno fatto con la Roma o come nel secondo tempo della partita con l’Inter può giocarsela anche con la Juventus”.

“Come reagisce Reja quando è stuzzicato dal presidente? Mah, debbo precisare che Reja con De Laurentiis ha un rapporto quasi familiare, per cui non c’è bisogno di nessun intervento da parte mia. Io e Reja viviamo gomito a gomito, non ci separiamo che per brevi spazi di tempo, forse solo nel dormire, viviamo nel bunker di Castelvolturno a stretto contatto ora per ora, per cui la nostra continuità di scelte tecniche e di programma non viene mai intaccata ed il presidente De Laurentiis ci è sempre vicino. Reja ha una grandissima esperienza delle categorie inferiori. Non dimentichiamo che anche Reja, sotto certi aspetti ed in questo progetto, è una scoperta in serie A perché ha fatto poche partite, mi sembra che ha fatto un anno e mezzo in serie A mettendo insieme tutte le sue presenze, quindi anche lui può essere considerato un debuttante. Quindi Reja è felice di poter fare questa esperienza e di poter dimostrare che era bravo anche per la serie A. Io credo che in un ambiente come quello creato da De Laurentiis, con una società forte, un pubblico straordinario come quello di Napoli che ha un bacino di utenza infinito e dei buoni giocatori che noi cerchiamo di mettergli a disposizione, Reja può dimostrare che avrebbe potuto fare a 45, 50 anni quello che sta facendo adesso a 60. Non sottovalutate De Laurentiis, perché lui è un comunicatore e certe dichiarazioni, a volte le fa a proposito, la sua è un’arte. Con De Laurentiis ho un rapporto familiare, il rinnovo del mio contratto che scade l’anno prossimo – ha concluso Marino - non è un problema, io sto bene e credo che neanche se ne debba parlare. Come dicevo in una intervista qualche tempo fa, la mia Juventus è il Napoli. Io sono venuto a Napoli per fare quello che sto facendo, sono felice e credo che il programma stia andando anche velocemente bene se si pensa che solo quindici mesi fa eravamo ancora in serie C e solo tre anni fa avevamo una squadra che era solo un emblema, non era nemmeno una squadra di calcio. Quindi posso dire che sta andando bene. E’ una sfida tremenda, le difficoltà che stiamo incontrando sono pazzesche e se forse le avessi sapute prima non so se la scelta sarebbe stata la stessa, però il calore e l’affetto e quello che sta facendo la gente per questo Napoli, il cuore che ha la gente per chi appartiene a questo Napoli ti ripaga di tutti gli impegni ed i sacrifici richiesti”.

A cura di Michele Spampanato
Redazione CalcioNapoliNews.it