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Napoli-Brighi, si tratta
La Roma è disposta a cederlo. Il giocatore: «Aspetto notizie».

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12 Luglio 2007 -- Intrighi nazionali, intrighi internazionali, intrighi senza frontiere, intrighi ovunque ci fosse il Napoli, finito nel bel mezzo del caos. Intrighi sparsi qua e là, lungo la Penisola, nel bel mezzo del Continente, al di là degli Oceani. Si cominciava dalla fine, da Antonio Nocerino, d’azzurro svestito da Pantaleo Corvino, il solito noto, un furbacchione senza eguali, capace di prendersi il mediano di santa Lucia dopo aver già scippato a Marino, sei mesi fa, Arturo Lupoli: bacioni a Firenze. Si cominciava da Nocerino senza finire mai di rimaner coinvolti nei gorghi d’una involuzione che cresceva a vista d’occhio e si gonfiava come l’alta marea: cosa ci facevano, sul tardi, molto tardi, Pierpaolo Marino e Pablo Bentacour in un ristorante milanese? E perché mai erano ancora lì a discutere?

Gli intrighi infiniti d’un calciomercato da vivere trattenendo il respiro rimanevano in vita, perché, all’improvviso, su Walter Gargano - mediano del Danubio e della nazionale uruguaiana, acquisto annunciato da De Laurentiis pur se ancora in assenza di firma sul contratto - s’era catapultata l’Udinese con una richiesta ufficiale: e tre, dunque? Bianchi, Nocerino, ora Gargano: al peggio non c’era mai fine, maledizione; e allora, preferibile parlarne, dinnanzi a un piatto fumante di spaghetti e a un contratto evidentemente da adeguare, perché intanto l’Udinese, accendendo i fari, alzava la posta ed avviava l’asta.

Meglio evitarla, ovviamente. Marino e Bentancour arrivavano all’appuntamento serale dopo che il digì del Napoli, sondando un po’ il Bel Paese, aveva capito di concentrarsi, per il dopo-Nocerino, su Matteo Brighi, 26 anni, da tre al Chievo, contrattualmente legato alla Roma, uno dei mediani che maggiormente avevano colpito Reja, da accontentare almeno in questa circostanza. «So che il Napoli si è fatto vivo con il mio procuratore e già questo mi inorgoglisce. Ora non mi resta che attendere gli sviluppi della vicenda. La Roma sino a ieri pareva decisa a non cedermi, ora mi sembra più disponibile » .

Tradotto in mercatese: trattativa ufficialmente aperta, su basi da discutere nella notte, però più in là, perché a quell’ora a Marino premeva stoppare Walter Gargano, avvinghiarlo a sé attraverso un’intesa non più discutibile e allontanare l’ombra minacciosa dell’Udinese.

Un mediano, un mediano, cercatemi un mediano: amici e amici degli amici, vale a dire gli osservatori, erano stati attivati, perché a Marino il no di Nocerino aveva squarciato una ferita grossa così. Un mediano possente, grosso, centrale, giovane, non costoso: un amico degli amici consigliava Hedvig Maduro, 22 anni, un bestione grande e grosso però anche con piedi niente male, il leader dell’under 21 olandese, uno dei giovincelli più maturi dell’Ajax. Costo: 5 milioni di euro. Però trattabili, essendo Maduro in scadenza di contratto nel 2008. Alberto Faccini, il suo rappresentante italiano, non risultava avvertito; o forse, per riservatezza, fingeva di non esserlo. Il mediano che Marino inseguiva aveva un identikit preciso: Maduro gli somigliava un bel po’, ma anche Dejan Milovanovic pareva avere quei tratti somatici. Il « giustiziere » serbo della nostra Under 21, ventiduenne in carriera, pilastro della Stella Rossa di Belgrado, era stato consegnato alle orecchie di Pierpaolo Marino da Sergio Berti. Ma a quell’ora, le sirene dell’Udinese erano già state annunciate al dg napoletano. Basta intrighi.
A. Giordano
Fonte:Corriere dello Sport