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Pancalli: "Uno schiaffo per crescere"
Il day-after di Luca Pancalli dopo la batosta italiana sugli Europei del 2012.

19 Aprile 2007 -- La mancata assegnazione della rassegna continentale al nostro Paese a vantaggio della coppia Polonia-Ucraina viene vissuto come uno “schiaffo” da parte della Uefa, “pure piuttosto pesante, ma ci farà bene”, ammette il numero uno del Comitato promotore italiano a Radio Radio. ”Noi siamo bravissimi a parlarci addosso. Ultimamente abbiamo vissuto momenti drammatici per la violenza, e abbiamo fatto il possibile. Ora sono tutti pronti a giudicare”, si sfoga l’ex-commissario della Federcalcio. “Dal mio punto di vista tutto quello che era immaginabile fare in una situazione cosi’ difficile è stato fatto. La Uefa credo abbia fatto una scelta di politica sportiva, che puo’ lasciare amarezza ma è legittima e segue le logiche emerse già a Dusseldorf in occasione dell’elezione di Platini alla presidenza Uefa – sottolinea Pancalli - Una scelta che conferma la volontà di aprire ai Paesi dell’est europeo e alle Federazioni minori, per dar loro piu’ possibilita’ di sviluppo. Il resto sono dietrologie, l’importante e’ prendere atto della situazione ed essere consapevoli che bisogna andare avanti nel processo di riforma”.

L’ottimismo della vigilia era d’obbligo per la delegazione italiana, non ci si sarebbe potuti comportare altrimenti agli occhi dell’Uefa, “ma non bisogna dimenticare quello che abbiamo vissuto nei mesi scorsi. Come ha ricordato ieri Gigi Riva, noi andiamo negli stadi con gli elmetti...non possiamo far finta che nulla è accaduto – ribadisce Pancalli - Questo schiaffo è importante come quello dato a un bambino: bisogna ripartire da un insuccesso, per capire dove dobbiamo andare”.

Le tante polemiche che si dipanano oggi sui giornali italiani e’ del tutto preventivata secondo Pancalli, ma altrettanto vana. “In Italia non c’e’ mai l’umilta’ per prendersi gli schiaffi e avere il coraggio di cambiare rotta. Bisogna capire che a volte non e’ sufficiente proclamare intenti e serieta’: occorre pure farle certe cose. Noi stiamo timidamente incominciando a farlo”. L’ex-commissario federale conclude: “Non e’ una tragedia, e’ solo un grande schiaffo. Del resto il Paese ha ben altri problemi... altrove chi sbaglia paga veramente, qui da noi non e’ mai certo se e quanto si paga”.
Fonte: Datasport