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"Dopo 30 anni di calcio sono avvilito"
Grande amarezza nelle parole di Marino, sconfortato per il lancio ripetuto di petardi.

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02 Dicembre 2006 -- “Se parliamo di calcio posso dire che è stata la partita difficile che ci aspettavamo - ha detto subito dopo la gara col Frosinone, il direttore sportivo del Napoli Pier Paolo Marino - ma se parliamo d’altro posso dire che mi aspettavo un altro pomeriggio. Non solo è stato un pomeriggio difficile ma anche triste, vuoi perché si aveva un pensiero per Gianluca che sta combattendo contro la morte, vuoi per quello che è successo. L’arbitro ha sospeso la gara, non perché c’era un pericolo per chi era in campo, così come prescrive il regolamento, dato che l’arbitro è solo responsabile della giurisdizione del terreno di gioco. Per cui, quando sono esplosi questi petardi nei pressi del fossato, tra l’altro alcuni sono esplosi anche nei pressi dei tifosi del Frosinone, quindi è probabile che li abbiano lanciati anche quelli del Frosinone perché il presidente Stirpe del Frosinone ci ha riferito che anche lì hanno episodi simili, quindi, per ricostruire le cose volevo dire che il signor Orsato ha sospeso la partita per sapere dalla Questura se c'era pericolo per le persone che erano fuori dal rettangolo di gioco. Una volta che la Questura ha stabilito che non c'era nessuno provvedimento di sospensione, la gara è stata ripresa".

"E’ chiaro che questo scoppio di petardi - ha proseguito un Marino molto triste ed amareggiato - che fino ad ora hanno determinato tante multe per il Napoli, che oggi veniva da un settore che non erano le due curve, perché oggi le due curve erano dignitosamente in silenzio per il povero Gianluca (il tifoso del Napoli rimasto ferito a Pescara in circostanze ancora poco chiare ed ancora in coma farmacologico, ndr), questa volta i petardi venivano dai distinti dove ci sono i tifosi più tranquilli del Napoli. Noi con De Laurentiis siamo venuti per fare qualcosa di importante, è un peccato che tutto quello che c’è di entusiasmo intorno a noi, perché anche oggi, nonostante quella col Frosinone non fosse una gara di cartello, vi erano più di 30mila spettatori, ebbene, è un peccato che non ci sia la capacità da parte di tutti di isolare queste persone che mi auguro che siano persone che non si rendono conto del male che fanno al Napoli e ai napoletani".

MArino ha poi preseguito spiegando come l'episodio della doppia sospensione della gara abbia influito poi sul risultato e sul morale della squadra: "Nel momento in cui la gara è stata sospesa, il Napoli, stava prendendo in mano la partita e, probabilmente, questa preoccupazione di perdere la partita a tavolino si è trasmessa anche alla squadra e c’è stato un momento di sbandamento che ha portato all’episodio del rigore ed al gol del Frosinone. Poi è prevalso il cuore di questa grandissima squadra che non si arrende mai e solo così è possibile che una squadra non perda da più di due anni in casa, credo che in Europa non ci sia un’altra squadra con questo record. Questo cuore di questa grande squadra ha combattuto per gli altri 29mila e 990 spettatori che non avevano esploso i petardi. Io spero che ci sia una presa di coscienza da parte di tutti, perché io credo che non è giusto che una squadra che sta lavorando riportando il Napoli di nuovo ai vertici di un campionato importante come quello di B, auguriamoci in futuro anche ai vertici di un campionato di A, ebbene non è giusto che i tifosi, la squadra, la società debba subire questa tensione che si è venuta a creare ormai da qualche settimana".

"Secondo me sarebbe troppo semplicistico punire il pubblico non facendogli vedere le partite del Napoli - ha aggiunto Marino - punire la società che pure sta portando dei valori aggiunti al movimento calcistico italiano, e che è presieduto da una persona pulita, cristallina quale Aurelio De Laurentiis, e questa squadra che fa sacrifici. Io non so se questa sia la soluzione giusta, anche perché quello che oggi accade a Napoli potrebbe accadere, domani in un altro punto dell’Italia e sarebbe troppo facile andare allo stadio con dei petardi e determinare il crollo di una politica aziendale, di investimenti fatti, di una squadra che fa sacrifici combattendo sui campi, allenandosi e sperando di far crescere il progetto Napoli. Io non lo so, ovviamente me lo domando, anche se accetteremo tutte le risposte che ci arriveranno, però dopo 30 anni di calcio sono veramente avvilito, affranto. Voglio ringraziare la mia squadra per quello che ha fatto per quei napoletani, e sono la totalità quasi, che ci hanno sempre sostenuto e che non lanciano petardi. E' mortificante - ha concluso il ds del Napoli visibilmente emozionato ed affranto - per noi, per De Laurentiis, per la totalità dei tifosi, il fatto che io ed il presidente ci siamo dovuti precipitare in campo per scongiurare la sospensione della gara. Allora mi chiedo: è giusto punire tutto quello di positivo che c'è intorno al Napoli per poche persone che non si rendono conto del male che fanno? Sarebbe giusto unirsi per isolare queste persone!".


A cura di Roberto Spampanato