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De Laurentiis difende la città
Il patron del Napoli attacca la Gazzetta dello sport e poi i cronisti di Sky.

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07 Novembre 2006 -- Siamo nell'immediato dopo gara di Napoli-Juve, la partita si è conclusa da poco sul risultato di parità, quando ai microfoni di Sky arriva il presidente azzurro: “Per quanto riguarda l’evento mediatico sono tre anni che a Napoli me la godo perchè l’atmosfera qui è davvero unica ed oggi in questa festa internazionale i tifosi hanno dato una prova di grande maturità" afferma De Laurentiis che però non fa in tempo a finire che l'intervistatore di Sky, Stefano De Grandis, lo interrompe mostrando le immagini che arrivano dall'esterno del San Paolo dove si vedono, tra una leggera foschia, dovuta forse a fuomogeni, delle persone, all'esterno dello stadio, che corrono con la polizia che avanza in piccoli gruppetti o con qualche camionetta, ma non si notano scene di violenza ed allora il presidente del Napoli comincia ad innervosirsi e risponde per le rime: "Qualche scontro fuori dallo stadio? E’ difficile in una città come Napoli, ma così come è difficile in una città come Milano dove le lambrette vengono buttate dagli spalti degli stadi, quindi credo che sia un problema italiano e non soltanto napoletano: si danno sempre le colpe a questa città, questa città dovrebbe essere supportata da Roma, dallo Stato e non essere sempre massacrata mediaticamente".

De Grandis, allora ritorna sulla partita che il presidente del Napoli commenta così: "Io credo che la gara di oggi sia stata una bellissima partita dove la Juve ed il Napoli hanno dato la loro professionalità, il loro cuore, il loro agonismo, la loro realtà. Io avevo pronosticato un pareggio e quindi me ne vado a casa soddisfatto perché da questo pari può rinascere l’equilibrio dello spogliatoio. Bisogna essere cauti ed andare avanti con umiltà perché il campionato di B è lungo e non si possono giudicare le squadre dopo appena dieci partite, noi vedremo il vero Napoli a metà febbraio, quindi c’è tempo. Quindi tutti coloro i quali vogliono fare le corride “Reja sì, Reja no” sono tutti fiati sprecati, ma nel calcio ci sta anche questo altrimenti i giornali non avrebbero nulla da scrivere, nulla da raccontare. Reja è saldo sulla sua panchina, nessuno lo toccherà, io ho un grande rispetto per il lavoro di costruzione che si deve fare, ho sempre detto che ci vorranno due anni per andare in A, se poi dovesse succedere un miracolo, ai miracoli non si dice mai di no".

De Grandis, a questo punto, approfittando delle dichiarazioni del patron azzurro contro i denigratori di Reja, lo punzecchia: "Ho letto il suo sfogo sui giornali - afferma l'intervistatore di Sky - si sente un po' accerchiato, sente che certe notizie vengono messe ad arte, però è il gioco dei giornali, cioè ci sono delle indiscrezioni e si danno delle notizie". "Io non sono accerchiato - ribatte un De Laurentiis apparentemente calmo, ma in realtà sempre più stizzito - Io ho parlato della poca professionalità di un quotidiano (la Gazzetta dello Sport?? ndr) nel voler asserire mie convinzioni quando io ho sempre dimostrato ed affermato il contrari,o ed allora o c’è mala fede o c’è un doppio gioco che a me sfugge perché un grande giornale non dovrebbe fare un secondo gioco, perché un grande giornale non dovrebbe fare un secondo gioco, ma solo raccontare come specchio la verità e poiché questo è un giornale fatto da grandi professionisti evidentemente, sotto, c’è qualcosa che non mi quadra".

A questo punto intevengono da studio e gli chiedono del ritiro: "Anche questa è una regola un po’ troppo ‘romanzata’ nel mondo del calcio, io se fosse per me starei sempre in ritiro - prosegue De Laurentiis, mentre vengono rimandate le immagini precedenti nelle quali, tra un fumo non ben definito (forse di fumogeni) si rivedono le persone che corrono, ma nessuna scena di aggressione - io non ritengo il ritiro punitivo, perché la concentrazione, il confronto quotidiano, per me sono importanti, però mi adeguo a quello che è il mondo del calcio in questo momento".

A questo punto dallo studio, il conduttore, Alessandro con aria preoccupata interviene affermando: "Noi dobbiamo sottolineare per forza le immagini che ci giungono in diretta dall'esterno dello stadio - cosa non vera perchè, come non sfugge agli osservatori più attenti la scena riproposta è la stessa dell'inizio dell'intervista (la solita con le persone che corrono, ma senza alcuno scontro o violenza, ndr) - ed io le volevo chiedere..." A questo punto il conduttore, però, quasi preso alla sprovvista, viene fermato da De Laurentiis che, incazzato nero, interviene: "Secondo me non state facendo un buon lavoro, ne per il tifo, nel per il calcio, ne per la città di Napoli, perché far vedere continuamente queste immagini di disgregazione sportiva al di fuori dello stadio, secondo me non aiutano nessuno, soprattutto in un momento così delicato per la città di Napoli, mi dispiace, ma devo dissentire e sono assolutamente contrario, da napoletano prima e da tifoso del calcio poi. Voi siete polemici, perchè voi alimentate la polemica, voi dovete fare cronaca sportiva. Allora vogliamo parlare noi dell’indulto - ha concluso poi il presidente del Napoli in maniera ironica - o lo vogliamo lasciare ai politici? Allora lasciamo stare questi discorsi...ci fermiamo qua, grazie". E l'intervista dunque si chiude così, con il conduttore che visibilmente imbarazzato per l'accaduto glissa ritornando sul ritiro del Napoli.