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Sanzioni sportive
Cosa può succedere a tesserati e società coinvolti nella bufera intercettazioni.

11 Maggio 2006 -- Le norme sportive sono riconducibili all’articolo 6 del Codice calcistico («illecito sportivo») e all’articolo 1 dello stesso testo: «Mancata lealtà».

Cerchiamo di spiegarvi :
Nelle intercettazioni «incriminanti» si possono ipotizzare «plurimi illeciti sportivi». Illeciti, solo come ipotesi, per cui i tesserati, dal dirigente all’arbitro, rischiano una «inibizione» (per i calciatori si chiama squalifica), da tre anni alla radiazione dai ruoli della federcalcio. L’illecito sportivo, invece, ha una tripla pericolosità per la società eventualmente chiamata in causa. Di «responsabilità diretta», se ne fossero responsabili il presidente, un amministratore delegato, un direttore generale o un tecnico. Per cui la sanzione andrebbe dalla «retrocessione all’ultimo posto in classifica all’esclusione dal campionato di competenza». Per illeciti plurimi si può arrivare anche alla revoca di uno scudetto. L’ipotesi di «responsabilità oggettiva», come per quella «presunta», quando non c’è il coinvolgimento diretto del dirigente, prevedono sanzioni dalla penalizzazione (afflittiva) di punti in classifica all’esclusione dal campionato di competenza. Quando , invece, si tratta della violazione per «mancata lealtà» ci riferiamo a una svariata gamma di comportamenti, che possono andare dall’aggressione verbale, appunto, alla «illecita concorrenza» di mercato. Affare Gea e dintorni, ad esempio. Slealtà che a un tesserato, procuratore o dirigente, può costare da un minimo di sei mesi a un massimo di un anno di squalifica. Per la società coinvolta negli «sleali comportamenti» la sanzione è sempre l’ammenda. Senza riflessi agonistici.
Fonte: La Gazzetta