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Intercettazioni «De Laurentiis è matto totale»
Telefonata tra Carraro e Moggi sul patron azzurro

05 Maggio 2006 -- Tre mesi di intercettazioni telefoniche (dal luglio al settembre del 2004) che hanno portato alla scoperta di uno «scenario inquietante», ma senza che venissero ravvisati estremi di reato: è questa l’inchiesta della Procura di Torino sulle designazioni arbitrali ora giunta al vaglio delle autorità sportive e contemporaneamente alla Procura di Roma che l’ha inserita nel capitolo Gea, mentre s’apprende che anche la Procura di Napoli sta indagando già da tempo. Segno che c’è anche un ramo napoletano dell’inchiesta. Il procuratore capo Maddalena, nel chiedere al gip Elisabetta Chinaglia l’archiviazione del procedimento torinese (aperto per i reati di associazione per delinquere e frode sportiva, con un accenno a una particolare ipotesi di corruzione), aveva sottolineato che nonostante lo «scenario inquietante» emerso dalle intercettazioni, legato ai meccanismi di designazione arbitrale, «gli elementi di prova non consentono di ritenere che vi siano state frodi sportive» e non bastano per sostenere l’accusa in un processo. Si tratta, dunque, più di un problema di credibilità del calcio che di veri e propri illeciti. Anche se La Procura della Repubblica di Roma, dove sono arrivati i fascicoli da Torino, potrebbe però aggiungere qualcosa di più solido: sentirà presto, oltre anche a Pairetto, anche alcuni arbitri nello scandalo delle designazioni «aggiustate», e numerosi calciatori. Moggi che chiede a Pierluigi Pairetto determinati arbitri per determinati incontri (all'epoca del sorteggio...), il direttore generale della Juventus che prevede, assieme ad Antonio Giraudo, tempi neri per Marcello Lippi e la nazionale; Moggi e il vicepresidente federale Innocenzo Mazzini che attaccano a ruota libera il presidente Franco Carraro. C’è di tutto e di più nelle intercettazioni. E c’è anche il Napoli in alcuni passaggi delle telefonate fra i protagonisti di questa vicenda. Ad esempio i Moggi, padre e figlio, sono molto interessati al Napoli, quando terminata la stagione di Naldi il club è a metà strada tra Pozzo, patron dell’Udinese, e Aurelio De Laurentiis. In un passaggio della telefonata (primo settembre 2004) tra Luciano Moggi e Franco Carraro, i due parlano del destino prossimo venturo della società azzurra, che ormai è stata acquista da De Laurentiis. Il presidente della Federcalcio parlando di De Laurentiis lo definisce «un matto totale». Moggi allarga il tiro: «Lì sono tutti matti, ora ci faccio una chiacchierata io». L’inchiesta di Torino si è spostata a Roma all’interno del capitolo già aperto sulla Gea, la società di procuratori che fa capo ad Alessandro Moggi. E dall’inchiesta risulta che il designatore arbitrale Pairetto era in «stretta contiguità» con la Juventus, «unica società» con la quale era in rapporti tanto intensi. Cinque gli aspetti che i magistrati torinesi volevano approfondire: un episodio in cui «Moggi indica a Pairetto i nominativi di arbitri graditi per tre partite amichevoli che voleva disputare in quel periodo la Juventus, e che poi saranno effettivamente designati»; la partita Djurtgarden-Juventus, di Champions League (del 25 agosto), per la quale Pairetto disse a Moggi quale sarebbe stato l' arbitro designato, e «i due commentano la affidabilità» del direttore di gara; la successiva partita di Champions, da giocarsi ad Amsterdam, in cui Moggi e Pairetto commentano «la bontà» dell' arbitro; «alcune conversazioni da cui emergeva la stretta collaborazione tra Moggi e Giraudo anche per quanto riguardava la natura dei contatti del primo con Pairetto; «alcune conversazioni di vario genere e natura tra Moggi e altri importanti personaggi del mondo del calcio (tra cui il ct della nazionale Lippi) indicative della posizione di potere ed influenza esercitata in quel mondo da Moggi».

Sulla vicenda deciso il toni di Petrucci. «Il Coni chiede che la Figc acceleri il più possibile questa inchiesta. Quanto prima chi ha sbagliato deve pagare, serenamente e seriamente, perchè c'è un mondiale alle porte. Non vogliamo che lo sport italiano venga macchiato».
Fonte: Il Mattino