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Rivoluzione B
Tetto ai salari, limite alle rose e spazio ai giovani: obiettivo un vivaio grande come tutta l'Italia.

26 Aprile 2006 -- La serie B piazza due paletti al suo futuro: più giovani, più garanzie per il pagamento degli stipendi. L’assemblea straordinaria delle società ha annunciato le importanti novità che dalla prossima stagione caratterizzeranno la gestione dei club. Con inevitabili conseguenze anche per i giocatori, tanto è vero che Sergio Campana non l’ha presa molto bene. Di sicuro le società hanno approvato all’unanimità i progetti studiati sin dalla scorsa stagione da una commissione (Andreoletti, Benigni, Gasparin, Lomonaco, oltre al presidente Matarrese), li hanno presentati con il presidente Adriano Galliani e si preparano a cambiare registro. Ma andiamo per ordine.

NUMERO FISSO Il numero di giocatori tesserati resta illimitato, ma dalla stagione 2006-07 le società ne potranno schierare soltanto 22 durante il campionato. Il 31 agosto, dopo la chiusura del mercato estivo, i club dovranno presentare la lista con i nomi; il 31 gennaio, dopo il mercato invernale, la stessa lista potrà essere aggiornata, levando i giocatori ceduti e inserendo quelli acquistati. Ma dovranno essere sempre e soltanto 22, con due appendici: ogni società potrà aggiungere quattro giocatori «bandiera», che sono stati tesserati per la stessa società per almeno quattro anni dai 14 ai 21, o potrà aggiungere tutti gli under 21 che vuole (nel 2006-07, saranno quelli nati dal 1985 in poi). Dal 2007-08 invece il numero dei giocatori in rosa scenderà a 21 (più le quattro «bandiere», più i giovani) e dal 2008 in poi a 20 (sempre oltre ai quattro bandiere e ai giovani del vivaio).

GIOVANI Le rose limitate sono sicuramente la novità più grossa. In questo modo la serie B intende valorizzare i propri vivai. Dopo la serie C (contributi finalizzati solo a chi utilizza giovani calciatori), la serie D e tutti i Dilettanti (obblighi di vario tipo di schierare gli under durante le partite), dunque anche la B batte questa strada, seguendo tra l’altro una direttiva Uefa.

SALARY CUP E’ la seconda novità, un segnale forte per ridurre i costi delle società e un aiuto per le società virtuose. Nel 2006-07 gli emolumenti dei tesserati (giocatori e allenatori, anche del settore giovanile), al lordo, non potranno superare il 70 per cento del valore della produzione globale della società. Nel 2007-08 si scenderà al 65 per cento, dal 2008 si passerà al 60 per cento. La prossima stagione le società retrocesse dalla A, avendo un valore della produzione globale più alto, dovranno stare dentro al 60 per cento. Mentre in serie C c’è un budget tipo uguale per tutti, in B si guarderà questo valore che varierà da società a società: si intendono tutti i ricavi, tranne quelli del calciomercato. Si sommano i diritti tv (oggi sono di 20 milioni da dividere tra 22 club), la mutualità (95 milioni da dividere con particolari criteri), gli incassi al botteghino (paganti e abbonati) e le varie sponsorizzazioni. Su questo totale, si calcola la percentuale utilizzabile per gli emolumenti. In pratica, si ratifica il gap tra grandi e piccoli club.

SANZIONI Resta aperta la possibilità, per i presidenti facoltosi, di garantire con fideiussioni personali gli eventuali sforamenti del budget. Il Consiglio federale però aveva respinto la proposta, che prevedeva 4 punti di penalizzazione per i club che non onoravano quelle fideiussioni. Il tutto per l’opposizione dell’Aic. Stavolta i club di B hanno aggirato l’ostacolo tramutando questa regola in una norma interna, che comunque non può prevedere la penalizzazione in punti, bensì a livello economico: chi non onora le fideiussioni perde tutta la mutualità.

CAMPANA L’Aic ovviamente non l’ha presa bene ma Campana, che era all’oscuro di queste decisioni, non drammatizza: «C’eravamo già confrontati su questi temi — spiega — e avevamo detto che non c’era chiusura da parte nostra, ma prima di annunciarli dovevano parlarne con noi. Perché è materia da contratto collettivo». Sul tetto per gli ingaggi, aggiunge: «L’idea è buona, ma non realizzabile. C’era già una decina d’anni fa, poi è stata abbandonata perché non attuabile. Perché è un incentivo a fare contratti non trasparenti». E le rose a numero chiuso? «Anche di questo se ne può parlare, ma prima dobbiamo sederci a un tavolo». Peccato però che le società abbiano già ufficializzato il tutto.

ALTRO L’assemblea delle società di B ha anche fissato in 500.000 euro all’anno (per tre anni) la cifra da destinare a partire da questa stagione alle tre squadre che retrocedono dalla A. Una cifra da attingere ai 95 milioni della mutualità. Ovviamente avranno diritto a questa cifra solo le società che retrocedono sul campo e non per illeciti sportivi o amministrativi. Da risolvere poi la controversia televisiva con Sport Italia, che chiede la risoluzione del contratto e il risarcimento danni: la Lega ha messo al lavoro i suoi legali.


A cura di Nicola Binda
Fonte: La Gazzetta dello Sport