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Calaiò: crisi fisica, ma ci riscattiamo subito
L’attaccante a secco da due mesi. «È soltanto colpa mia se non sono riuscito più a segnare»

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17 Gennaio 2006 -- «È vero, non stiamo giocando bene nel 2006. Si vede un Napoli opaco. Gioco e risultati non sono soddisfacenti a causa di un calo fisico. Le critiche sono giuste, le accettiamo anche perché ci aiutano a crescere, ma io non sono per niente preoccupato. Guai a piangersi addosso». Il giorno dopo la seconda sconfitta in campionato, Calaiò prova a dare la sua versione sul momento del Napoli. «Siamo primi, con tre punti sulla seconda eppure finiamo sul banco degli imputati. È il calcio, è soprattutto questo campionato di C1 che può provocare alti e bassi. Io non ne farei un dramma perché ritengo che non si tratti di una crisi totale, ma solo momentanea, dovuta ad un calo fisico che ci sta nell’arco di una stagione. Abbiamo messo tanta benzina nelle gambe a fine dicembre, poi, dopo le festività, abbiamo iniziato a giocare un incontro ogni tre giorni, a cominciare da quello con il Grosseto. Ecco perché, adesso, siamo un po’ imballati». Calaiò veste i panni dell’avvocato della difesa. Lo fa adducendo argomenti sensati. Siete convinti di quanto state facendo? «Crediamo in Reja e in noi stessi. Non fosse così, ci sarebbe di che preoccuparsi. La benzina messa nelle gambe ci consentirà di volare a febbraio, marzo e aprile. La crisi? Ma quale squadra in C1 pratica un bel calcio?». Il bomber scomoda addirittura la Juventus per difendere la causa del Napoli: «Questa Juve è immensa: ha grandi calciatori, ha primati. Ho letto che ha dominato la Reggina, ma ha vinto solo per 1-0. Non è facile calciare in porta quando gli avversari si chiudono in difesa, quando giocano anche in dieci al di sotto della linea della palla». Una pausa e Calaiò rivela quanto ha sentito in campo a Massa: «I più esperti della Massese urlavano ai compagni: ”Spazzate la palla, non giocatela”. Perché? Non potevano metterla sul piano del gioco contro il Napoli. Sapevano che avrebbero perso». Cosa bisogna fare contro le squadre che si chiudono, che non fanno gioco e che si esaltano solo quando affrontano il Napoli? Calaiò, che non segna da due mesi (l’ultima rete il 20 novembre 2005 a Chieti), detta la ricetta più semplice: «Il Grosseto, dopo aver giocato bene contro di noi, ha pareggiato in casa con la Pistoiese; l’Acireale, che sembrava il Real Madrid al San Paolo, ha perso in casa. Se gli avversari pensano solo a non farci giocare, occorrerà sfruttare, come è già successo, gli episodi favorevoli o il colpo geniale di qualcuno di noi. Ho letto tanta voglia di riscatto sul volto dei miei compagni nello spogliatoio a Massa. Sono certo che batteremo la Lucchese, che il Frosinone non vincerà a Grosseto, potrà addirittura perdere, e tutto tornerà come prima. Sono d’accordo con Marino: i puledri non possono essere diventati asini». Calaiò, come ha fatto a fallire il gol nella ripresa a Massa? «Il pallone è rimbalzato malissimo. Non cerco scuse o alibi. È un bel po’ che non segno, ma non è colpa dei compagni, di Sosa o di Pià. Io gioco bene al fianco di entrambi. A Massa abbiamo giocato con il tridente, ma non avremmo fatto gol anche se avessimo giocato per un’altra ora». Allora, di chi è la colpa se Calaiò non segna? «È mia perché manco di lucidità e di brillantezza, come è colpa della squadra se non si è vinto a Massa, ma non dobbiamo farne un dramma. Dopo ogni gara opaca, il Napoli reagisce alla grande. Sappiamo bene che se dovessimo fallire la promozione dovremmo andarcene tutti da Napoli, ma noi siamo superconvinti che il traguardo verrà centrato e che in B sarà tutto più semplice».
VITTORIO RAIO
Fonte: Il Mattino