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'Basta con le scuse!'
Il Pampa Sosa parla da vero leader lanciando messaggi ai suoi compagni e al mister

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13 Ottobre 2005 -- Ieri pomeriggio Roberto Sosa, detto il Pampa, parlando coi giornalisti sulla crisi da gol della squadra, ha mostrato tutto il suo carisma e la sua maturità, esprimendosi, oltre che da giocatore navigato, da vero leader: "Purtroppo in questo momento non riusciamo a sbloccarci però la squadra sta lavorando bene, riesce ad esprimersi dal lunedì al sabato, poi la domenica trova qualche difficoltà, quindi bisogna farsi più responsabili di queste situazioni e cercare di vincere perchè qua, al di là che non segniamo, dobbiamo pensare che dobbiamo vincere. Dobbiamo rimboccarci le maniche, tirare fuori quello che sappiamo che bisogna tirare fuori in questo momento, perchè nel calcio conta quello, non c’è serie A, seri B o serie C. Qua non c’è un Schevchenco o un Ibrahimovic o un Nesta che ti può risolvere la partita. Qua dobbiamo tutti tirare fuori gli attributi e farsi tutti responsabili di questa situazione, non dobbiamo più creare alibi che no, che gli arbitri, la categoria, il campo, noi siamo qua e siamo noi. Non ci seguono tremila tifosi la domenica, ci seguono in tanti, quindi basta cercare scuse, bisogna tirare fuori gli attributi!"

"Noi non dobbiamo essere belli - ha detto poi continuando a parlare dell'attuale gioco espresso dalla squadra - dobbiamo diventare vincenti, non siamo al teatro o al cinema che dobbiamo dimostrare la nostra bellezza, qua bisogna pedalare e farsi responsabili ognuno di questo momento, perchè molti dicono ‘si, siamo a due punti, pazienza’, io dico no! Voglio che gli altri siano a due punti da noi! Io voglio vincere! Non mi sta bene, almeno io personalmente mi faccio responsabile della situazione, perchè io non mi dimentico che l’anno scorso abbiamo perso la finale, quindi io, ogni domenica quando mi capita di entrare, parto da quello, ancora la rabbia di quella finale persa mi fa sentire responsabile e spinge a cercare di dare il massimo sempre. Ripeto, basta trovare scuse il campo, l’arbitro, che questa non è la nostra categoria. Se siamo qua è perchè ce lo meritiamo, innanzitutto, poi ricordiamoci che siamo a Napoli e abbiamo una grande possibilità che non ci capiterà un’altra volta nella vita, quindi bisogna tirare fuori tutto quello che abbiamo, non c’è altro da fare, se continuiamo a cercare scuse non andremo da nessuno parte".

Ritornando sulla crisi di gol ha poi ribadito: "L’attacco? Personalmente, penso che come ho detto prima, ognuno si deve fare un esame di coscienza e trovare le proprie considerazioni e non cercare sempre scuse o dare la colpa agli altri, farsi responsabile delle proprie azioni e da li ripartire, non è che si può dare sempre la colpa alla sfortuna o come domenica al campo. Quindi, bisogna ripartire da li, basta con le chiacchiere, ci vogliono i fatti, perchè, ripeto, non ci seguono tremila tifosi, ci seguono in migliaia e perciò dobbiamo dare sempre il massimo in ogni allenamento, ogni domenica, perchè abbiamo addosso questa maglia."

"Io cerco di allenarmi bene - ha detto poi facendo capire con classe e signorilità che la panchina comincia a stargli stretta - cerco di mettere in difficoltà il mister, io vorrei giocare ma accetto sempre le scelte. Certo non è una situazione bellissima, però non voglio approfittare perchè magari un compagno non sta segnando. Io voglio guadagnarmi il posto per le mie caratteristiche e per il mio impegno, non perchè un altro non sta bene quindi, sta al mister, dal momento che lui decide io accetto". Ha poi concluso la sua chiacchierata coi cronisti affermando di essere pronto a giocare in attacco insieme a Calaiò: "Credo che la massima aspirazione di tutti i calciatori sia di giocare in nazionale ed oggi (ieri, per chi legge) la nazionale Italiana ha convocato quattro punte centrali e addirittura gioca con due di quelle, sabato ha giocato con Gilardino e Toni, stasera (ieri) con Vieri e Iaquinta che sono punte centrali quindi, uno c’ha più movimento dell’altro, però alla fine sono due punte centrali come siamo io e Cala. Basta mettersi d’accordo, uno deve fare più movimento dell’altro e così si va avanti, è una soluzione che si potrebbe trovare, adesso io la prendo un po’ più in considerazione anche se poi il mister decide di no, pazienza, basta lavorare. Io non mollo mai, anche se mi tocca giocare un minuto cerco di sudarla la maglia".