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”La lega fu rigida”
Schiavon ritiene che il 50% di squadre A e B sono a rischio, se vengono applicate le regole come applicate al Napoli.

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01 Luglio 2005 -- “Oltre la metà delle squadre di serie A e B non possono iscriversi ai campionati della prossima stagione se viene usato verso di loro il metro adottato per il Napoli lo scorso anno”. Così Giovanni Schiavon, ispettore generale del Ministero della Giustizia, intervenendo a Napoli ad un convegno sul doping amministrativo nel calcio ad un anno dal fallimento del club partenopeo.”In serie A - ha spiegato Schiavon - sono tante le società che rischiano, molte hanno bilanci compromessi e debiti fiscali, bisogna vedere se il fisco accetterà i concordati”.

Al dibattito organizzato dall’istituto tributario italiano (I.T.I.), dall’ordine dei dottori commercialisti di Napoli e dall’Università Federico II che ha ospitato l’evento,sono intervenuti economisti e professori universitari di diversi atenei italiani,tra cui Mario Liguori, presidente I.T.I., Paolo Bellamio, amministratore unico del Calcio Napoli condotto al fallimento, Mario Boidi dell’università di Torino e Massimo Marrelli, preside della Facoltà di Economia della Federico II di Napoli.

“Molte società rischiano il fallimento - ha aggiunto Schiavon nel suo intervento - ma è peggio portare avanti queste gestioni dissennate che hanno evidenziato sperperi incolmabili. La Federcalcio per troppi anni ha portato avanti la politica dello struzzo, non guardando ai problemi che adesso deve affrontare tutti in un colpo,non so come se ne uscirà”. “Con il Napoli - ha aggiunto Schiavon - La Federcalcio è in debito, perché ha assunto una posizione di rigidità che con altre società non ha mai avuto”.

Il presidente dell’I.T.I., Mario Liguori non si spiega perché venti giorni fa, trenta società rischiavano il fallimento ed oggi hanno i bilanci in regola. “Il calcio - ha detto – è in uno stato comatoso, la politica si è intromessa. Tra le grosse società solo la Juventus è sana. La Lazio ha dovuto usufruire di una legge ad hoc per salvarsi. Il 90% delle squadre di calcio sono in uno stato comatoso, dovrebbero fallire tutte”. Sul fallimento del Calcio Napoli ha commentato: “Il Napoli poteva non fallire. L’hanno voluto affondare. Se la politica avesse voluto aiutare il Calcio Napoli, avrebbe potuto salvarlo. Altre società hanno avuto la possibilità di poter portare avanti un certo discorso finanziario, il Napoli no”.

Per Bellamio, tra le società più a rischio, Perugia e Messina hanno poche speranze: “Oggi la situazione debitoria delle società calcistiche - ha spiegato – è diventata mediamente insostenibile. Tra serie A e B ci sono almeno cinque realtà molto difficili da salvare, società come il Perugia o il Messina sembra non abbiano scampo da questo punto di vista”.Sulla vicenda che lo legò al Napoli, il commercialista veneto ha aggiunto: “Il Napoli poteva essere salvato tranquillamente se De Laurentiis si fosse fatto avanti prima. Si è visto poi che risalire sportivamente dalla serie C alla B non è semplice, poteva prendere la squadra dalla serie B e salvarla. Naldi non ha avuto attorno a se il consenso che si è creato attorno a De Laurentiis che in poco tempo ha avuto lo stadio dal Comune, mentre Naldi ha perso tempo e presentato progetti senza mai raggiungere un accordo”.
Fonte:(ANSA).