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Naldi: Il Napoli è mio e basta
In una conferenza stampa il presidente e l'A.d. Albissini smentiscono le affermazioni di Corbelli. "Continuo ad essere disturbato da qualcuno che non è solo".

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19 Settembre 2002 -- Le azioni sono nel pieno possesso di Naldi, il debito con Mediocredito non è vincolato ad una data, ma può essere essere estino in qualisiasi momento pagando gli interessi.
Corbelli, dunque, non può pretendere nulla e nelle sue dichiarazioni omette questa parte del contratto.
Questa in sintesi la risposta ufficiale del Napoli sulla nuova tempesta societaria che si è abbattuta sulla società di Soccavo.

Di manovra destabilizzante parla apertamente Naldi: "Mi auguro che da oggi la situazione sia chiarita una volta per tutte: da solo sto cercando di riportare il Napoli alla realtà che merita e continuo ad essere disturbato da qualcuno che non è solo".

Il presidente ha fornito, dunque, una secca smentita dei dubbi sollevati sulla propria posizione di proprietario del Napoli, soprattutto - spiega Naldi - come atto dovuto "alla popolazione e ai tifosi".

"Quello che posso dire con certezza - ha Naldi - è che quando Corbelli alzerà il telefono e mi chiamerà anzichè mandare messaggi attraverso i giornalisti, si risolveranno tutte le questioni, che sono esclusivamente tecniche".

"Mi auguro - ha chiosato - che tutto ciò si risolva al più presto per lasciarci la dovuta serenità per lavorare e raggiungere i traguardi che ci siamo prefissati".

Naldi, dunque, respinge formalmente e tassativamente le pretese di Corbelli che da qualche giorno reclama pagamenti e minaccia di riprendersi in mano la società.

Il presidente del Napoli ribadisce che il suo predecessore non può avanzare nessuna pretesa nei confronti del Napoli e che la società è saldamente nelle sue mani.

"Naldi è pienamente adempiente nei confronti di Corbelli - ha spiegato l'amministratore delegato Albissini - il contratto del 20 giugno 2000 del Lussemburgo parla chiaro: a Naldi è trasferita la piena proprieta delle azioni, corrispondenti all'80 per cento della società".

L'avvocato di fiducia di Naldi è entrato nei dettagli: "Con il contratto poi si e' pattuito che gli importi nei confronti del cosiddetto 'Corbelli-Mediocredito' centrale potevano essere pagati oltre la data del 14 giugno e del 31 luglio 2002 a condizione che come corrispettivo fossero versati gli interessi, che è quello che noi faremo".

In sostanza, secondo Albissini, il Napoli può pagare quando meglio crede il debito a Mediocredito, a condizione che alla cifra già dovuta siano aggiunti gli interessi.

"Il rapporto di pagamento è stato adempiuto per grandissima parte - ha spiegato Albissini - e per la parte, secondo Corbelli, non adempiuta, può essere adempiuta in qualsiasi momento senza alcun termine a condizione che siano corrisposti dal 14 giugno 2002 gli interessi".

"Siamo sicuri - ha aggiunto - che Corbelli, di cui abbiamo stima e rispetto, non potrà che prendere atto delle circostanze contrattuali e quindi rivedere la propria posizione".

In sostanza, il Napoli ritiene di non aver "nessun rapporto e nessun contratto con Telemarket" e che il debito della società di Corbelli con Mediocredito "non è stato trasferito alla società partenopea" come invece sostiene l'imprenditore coi baffi.

Quanto alle azioni, esse "non sono ancora intestate a Naldi ma sono trasferite in piena proprietà" ha sottolineato Albissini, per il quale "l'iscrizione, che è un fatto puramente tecnico, è stata evidentemente prorogata e non è ancora stata fatta".

L'accusa di Albissini nei confronti di Corbelli è quella di cancellare nelle sue dichiarazioni "quella parte contrattuale che viene tecnicamente indicata come 'proroga con corrispettivo' e ciò non e' corretto, normale e accettabile".

Quanto alla richiesta di Corbelli di convocare l'assemblea, Albissini da avvocato l'ha definita, "illegittima", ma in qualità di amministratore della società - ha sottolineato - che "il consiglio di amministrazione valuterà la richiesta serenamente e deciderà".