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Maradona ha rischiato la vita
Per i chirurghi argentini il 'pibe de oro' non doveva essere operato

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07 Marzo 2005 -- Diego Maradona sta recuperando bene dopo l'intervento chirurgico al quale e' stato sottoposto ieri nella citta' colombiana di Cartagena. ''Sta bene ed e' di buon umore'', ha fatto sapere Francisco Holguin, direttore della clinica dove Dieguito e' ricoverato e dove dovra' restare in osservazione per almeno altri due giorni, seguito dalla sorella Rita e dal suo medico curante, Alfredo Cahe. Maradona e' stato sottoposto ad una riduzione dello stomaco, per cercare di ridurre l'obesita': l'obiettivo e' che ''mangi di meno, il processo di digestione duri di piu' e che l'organismo non assorba una parte degli alimenti'', secondo quanto ha spiegato Holguin. Il direttore della clinica colombiana ha sostenuto che l'ex fuoriclasse del Napoli dovrebbe essere in grado di scendere dagli attuali 128 chili di peso a circa 75 nel giro di dieci mesi.

Per due noti chirurgi argentini, intervistati dal quotidiano La Nacion, Diego Maradona ha rischiato la vita con l'operazione di riduzione gastrica alla quale si e' sottoposto ieri in Colombia: ''Nel mio programa di chirurgia gastrointestinale, a Maradona sicuramente non avremmo suggerito il by-pass gastrico - ha detto al giornale argentino Oscar Brasasco, direttore del programma di obesita' di due grandi ospedali di Buenos Aires -. Innanzitutto perche' necessariamente un paziente con problemi cardiaci, come qualsiasi persona obesa e che ha fatto uso di droga, presenta rischi di morte superiori al 50 per cento, e secondo perche' simili interventi sono formalmente controindicate in pazienti tossicodipendenti o ex. In piu' - ha aggiunto Maria Burgui, specialista di chirurgia gastrointestinale di un altro grande ospedale - esistono forti rischi con l'anestesia e di complicazioni post-operatorie: esistono altri mezzi meno rischiosi e aggressivi per ottenere gli stessi risultati, perche' operare non serve a niente se il paziente poi non modifica le proprie abitudini alimentari e le proprie dipendenze''.