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''Gaucci ha un piano preciso''
In attesa della sentenza del tribunale Bellamio svolge un’analisi della situazione parlando di Gaucci, Naldi e Figc

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15 Luglio 2004 -- A poche ore dalla pronuncia della VII sezione fallimentare del tribunale di Napoli, l’amministratore unico Bellamio interviene con una sua analisi della situazione.

“Andremo a questa udienza , ovviamente preparati ad esporre tutta l’attività che abbiamo svolto in queste settimane e con la serenità di chi ha fatto tutto il possibile per far fronte alla situazione debitoria della società. Sappiamo tutti che la ricapitalizzazione della società è sfumata. Non è stato possibile nemmeno perfezionare un ingresso della cordata degli imprenditori locali. Quindi c’è rimasto questa pozione Gaucci, che fin dall’inizio è sembrata l’unica ipotesi concreta dal punto di vista del realizzo dell’attivo. Il contratto è stato perfezionato, i termini sono noti, li esporremo al tribunale, esporremo anche cosa intendiamo fare per ripianare l’indebitamento, poi confideremo nella accettazione delle nostre prospettive.”

“Se questo contratto con Gaucci andrà a buon fine, nel senso che verrà accettata l’iscrizione della società al campionato di serie B, credo i risultati siano molti importanti, soprattutto molto importanti di fronte ad un’alternativa che è quella dell’azzeramento della società, che comporta un realizzo assolutamente limitato, limitatissimo, dalla vendita dei pochi beni materiali che sono di proprietà della società. Quindi la differenza è notevolissima, credo l’interesse dei creditori sia ovviamente prevalente in questa situazione.

Bellamio ha poi smentito le voci di un fitto del ramo dell’azienda da parte dello stesso presidente uscente, Salvatore Naldi. “Tecnicamente non è ipotizzabile che un soggetto si dia in affitto a se stesso, l’azienda di sua proprietà. Direi che questo non è mai stato preso in considerazione da Naldi, che ha deciso di fermarsi in questa operazione. Per quanto riguarda le esperienza passate, l’unica ipotesi di affitto di azienda calcistica è quella che mi vide protagonista nel 1983, cioè 21 anni fa con il calcio Venezia, che allora fu dichiarato fallito nel mese di marzo. Il tribunale con notevole lungimiranza e tempismo attuò subito il fitto d’azienda che valse a portare la squadra fino al termine del campionato, con il sostegno finanziario dell’imprenditore che si era assunto tale l’onere. Poi dopo facemmo l’asta, questo imprenditore si assicurò la proprietà della squadra, della società, così il calcio Venezia non ebbe alcun tracollo, dovuto al fallimento. Continuò dal punto di vista sportivo là dove era arrivato con la gestione precedente. Ora, quel che si vuol fare adesso, sostanzialmente è la stessa cosa, con una considerazione in più. Mentre allora queste situazioni di difficoltà nel mondo del calcio erano molte sporadiche, oggi mi pare che siamo molte più diffuse. Purtroppo la normativa federale è rimasta del tutto inadeguata, a fronteggiare le situazioni di crisi delle società calcistiche.

L’amministratore unico ha poi motivato le attuali perplessità della Federazione gioco calcio che vedono nel “caso Napoli”, un possibile precedente per futuri fallimenti pilotati dei prossimi anni.
“Il problema è che tutte le società di calcio sono fortemente indebitate. Abbiamo saputo che in questi giorni oltre dieci, dodici società di serie C, non sono state ammesse. A questo punto ritengo indispensabile che intervenga un provvedimento normativo che non può ovviamente essere fatto oggi nella immediatezza, ma che doveva essere pensato e realizzato prima. Un provvedimento legislativo che consente di trattare le situazioni di crisi delle imprese calcistiche, così come vengono trattate le situazione di crisi, di qualsiasi impresa del mondo produttivo del nostro paese. I casi come quelli della Fiorentina non devono più accadere così come ciò che si può prospettare anche per il Napoli.”

Sempre l’attuale amministratore unico della società partenopea ha poi spiegato le ragioni per le quali Gaucci non è intervenuto economicamente per l’iscrizione al campionato. “Da quanto ho visto è stato fatto un piano finanziario, ben preciso scaglionato nel tempo, cioè un’alternativa diversa, da un impegno immediato. Il punto cruciale è questo, se la società di Gaucci viene o meno ammessa al campionato di serie B, se così fosse il nostro contratto partirebbe regolarmente. Quindi l’unico scenario possibile che vedo è questo, se poi tra dieci, quindici giorni, vedremo che questo non sarà possibile, non so per quale motivi, allora a quel punto prenderemo atto della situazione ed è chiaro che il fallimento diventa inevitabile. Non è comunque uno scenario possibile, quello che Gaucci, acquisti con poche lire la SSC Napoli, qualora questa si dovesse avviare verso il fallimento, perché nel momento in cui ci fosse il fallimento, non sarebbe possibile acquistare la serie B.

Bellamio ha poi smentito le voci circolanti su di una clausola del contratto con Gaucci secondo la quale dovrebbe essere l’amministratore unico ad occuparsi della ‘grana stipendi arretrati ’ : “Non è assolutamente vero. Tale onere non può che competere a lui per due motivi: primo perché è lui che rappresenta la continuità della SSC Napoli ed è ovviamente un interesse direttamente suo, secondo perché le professionalità e le capacità in questo campo sono sicuramente molto più rilevanti le sue e quelle del suo staff, rispetto a quelle che posso mettere in campo io che sono tutto meno che un direttore sportivo o un presidente di società calcistiche, da parte mie posso solo fornire indicazioni e supporto in questo senso. Per quanto riguarda le liberatorie – ha aggiunto Bellamio – si fa quel che si può. C’è stato un primo approccio, ci sono delle trattative in corso, vediamo che succede, non so cosa potremo avere domani ma, facciamo, ovviamente, tutto il possibile: se avremo le liberatorie bene, se non le avremo lavoreremo per averle più avanti”.

Il dirigente attuale del club partenopeo ha poi concluso parlando delle istituzioni sportive e dell’accordo sfumato con gli imprenditori napoletani: “Per quanto riguarda l’atteggiamento nei confronti del Napoli da parte delle istituzioni del calcio penso che non ci sia nessun pregiudizio, anzi devo dire che quando abbiamo avuti contatti e necessità di colloqui c’è sempre stata disponibilità a valutare le nostre posizioni. Per quanto riguarda Floro Flores, io l’ho conosciuto in un paio di circostanze in queste giornate, c’è stato illustrato il progetto, abbiamo capito che c’erano delle difficoltà in ordine di tempi per perfezionare l’accordo, perché non si trattava di una, due persone, ma di entità diverse e numerose. Nonostante la disponibilità mia e quella di Naldi, poi alla fine gli assegni, diciamocelo chiaramente non c’erano, ovvero c’erano per un importa assolutamente insufficiente per completare l’operazione. Comunque non è colpa di nessuno se non si è fatta sta cosa, non è stata possibile, non né facciamo una colpa a nessuno”.