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Rischio fallimento soprattutto in B
Il presidente della lega lancia l’allarme e propone modifiche “all’inglese”

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19 Maggio 2004 -- Intervenendo in commissione cultura, Galliani ha analizzato le problematiche del calcio italiano ed esposto delle possibili modifiche volte a limitare gli errori commessi nel passato e nel presente. Tra i messaggi lanciati risuona, in particolare, il rischio fallimento per numerose società di serie B.

“Dall'anno prossimo sarà più difficile l'iscrizione al campionato”, ha detto il presidente della lega, ”ci siamo adeguati alla normativa Uefa e chi non avrà pagato l'Irpef non potrà essere iscritto. Il nostro sistema non è in equilibrio, non si può continuare a spendere tutti questi soldi, soprattutto in B dove a fronte di 220 milioni di euro di ricavi vi sono 500 milioni di costo del campionato. Tutto ciò non ha senso. Dobbiamo riequilibrare i costi. Il problema dell'indebitamento del calcio sono state le eccessive retrocessioni. Quando una squadra va dalla serie A alla B, perde il 60-70% del suo fatturato. Per evitare la retrocessione, le società fanno di tutto, peggiorando la loro situazione finanziaria.

Una squadra di calcio, dunque “non e' autonoma, serve l'azionista. E se c'e' la crisi dell'azionista di controllo ben presto si ottiene la crisi del club, come già accaduto”. Nonostante tutto questo, Galliani ha evidenziato che non si possono, mettere dei limiti in proporzione al fatturato perché le squadre di calcio sono delle normalissime società per azioni e nessuno può impedire ad un azionista di immettere denaro nella propria società. Per tanto l’unica soluzione al problema si ritrova nell’autocontrollo.

Il presidente della lega ha successivamente affrontato il problema dei diritti televisivi annunciando che la cifra messa a disposizione da Sky, per il prossimo campionato, sarà leggermente inferiore a quella della stagione appena conclusa.

Altro aspetto affrontato è stato quello dei ”ricavi da stadio”. “Se dovessi scegliere,ha detto Galliani, chiederei la privatizzazione degli stadi sul modello inglese. Questa modifica porterebbe maggiori introiti per le società e riuscirebbe ad attenuare il fenomeno della violenza nonché a ridurre le spese statali legate al mantenimento dell’ordine pubblico. Attualmente le lunghe e complesse procedure burocratiche non consentano di modificare lo stadio in nessuna delle sue parti.” Il presidente della lega ha poi spiegato che il problema è stato presentato alle competenti autorità ma, fino ad oggi, non è stato ancora adottato alcun provvedimento a causa degli interessi contrastanti tra comuni e società.