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Simoni a ruota libera
Intervista a Simoni che parla della gara di domenica, dei problemi della società, dei fatti di Avellino e del suo futuro

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30 Aprile 2004 -- Oramai il campionato volge a termine e tra messe in mora, rescissioni di contratti, 'lodo Petrucci', Naldi, Corbelli e le 'Maradonate' si ritorna a parlare di calcio in vista della gara che il Napoli di Gigi Simoni sosterrà domenica sera alle 20 e 30 allo stadio di Pescara contro la squadra locale: "Abbiamo ancora sette partite da giocare contro avversari dello nostro livello - ha dichiarato il tecnico del Napoli -quindi speriamo di incontrare meno difficoltà tecniche di quelle incontrate nelle ultime partite, anche se sappiamo poi che sul piano ambientale e sul piano della determinazione di queste squadre che devono salvarsi sarà molto più duro di quello contro le prime della classe". Il tecnico di Crevalcore richiama dunque all'attenzione sul gioco del calcio e soprattutto alla tranquillità e alla concentrazione: "Cerchiamo di non lasciarci distrarre da altre cose, di avere sempre una grande considerazione dell'avversario e di arrivare a giocarci queste ultime gare nella condizione di per poter migliorare la nostra classifica. Sarebbe bellissimo - continua Simoni - poter passare dall’altra parte della classifica e dare un’immagine migliore del valore di questa squadra". Il tecnico del Napoli è poi intervenuto sulle ipotesi di rigiocare il derby con l'Avellino: "Più che un vantaggio calcistico lo vedrei come una cosa di giustizia, infatti, secondo me, non c’erano delle responsabilità della squadre, le quali hanno pagato poi un pesante pedaggio iniziale, anzi, direi pesantissimo perché è stato quello che penso che abbia poi tolto molto delle possibilità al Napoli di proporsi per la seria A. Quindi sarebbe un atto di giustizia sopratutto per dimostrare che Napoli ed Avellino sono due città e due tifoserie che non meritavano quello che è successo. Da un punto di vista calcistico, a noi, comunque, potrebbe servire dato che la partita l’avevamo persa 3-0, ma all’Avellino non interessa più di tanto".

Tornando sull'attuale classifica delgi azzurri il tecnico ha ribadito il suo obbiettivo di voler raggiungere il non-decimo posto, anche perchè in tal caso "nessuno più avrebbe il coraggio di dire che questa squadra non poteva arrivare sesta" ha tenuto a precisare. "Sono convinto - ha detto Simoni -che tutti i ragazzi ne avrebbero un beneficio, che la società ne avrebbe beneficio e che i tifosi avrebbero un’immagine di questa squadra più bella e troverebbero delle giustificazioni molte serie il fatto che una squadra preparata per andare in serie A non ce l’ha fatta ma non certo per motivi tecnici". Simoni ha poi negato che gli ultimi pareggi siano frutto di 'distrazioni' derivanti dal mancato pagamento delgi stipendi: "Io credo che i ragazzi quando sono in campo questa situazione economica non è che la sentano, certo poi faranno i loro passi, li hanno fatti, non so, ma è un fatto normale, giusto, perché, per quello che si legge, è chiaro che un giocatore deve tutelarsi almeno un minimo. Però non vedo delle particolari intenzioni, vedo piuttosto il fatto che viene facile a pensare che in sette partite i tre o quattro punti che servono per salvarci li faremo, il fatto è che a me non bastano! Certo, anche io so che tre o quattro punti li faremo in sette partite nelle quali bisogna giocarne quattro in casa e tre fuori, però voglio che facciamo di più, voglio che i miei uomini siano concentrati e motivati fino alla fine, a cominicare da domenica, dove andremo ad incontrare un Pescara in un campo che sarà bollente, nel senso che la squadra si gioca molte chance per rimanere in serie B e quindi l’ambiente, il pubblico, la squadra, si starà preparando con attenzione particolare, faranno sacrifici particolari che noi dobbiamo altrettanto fare e quello che sto ripetendo continuamente in questi giorni è di ricordarci contro chi andiamo a giocare, quale determinazione avranno. Certo, noi, potremo sfruttare un attimo di maggiore tranquillità contro la necessità loro di dover fare risultato,questo può essere un vantaggio, ma se non siamo ben preparati, se non facciamo sacrifici, se non crediamo che arrivare due, tre posizioni più avanti, sarebbe comunque un mini successo incredibile, naturalmente fermo restante che la promozione sarebbe stata migliore. Però dimostrare che questa squadra dovrebbe essere l’orgoglio di tutti quanti noi, per la società, per chi ha lavorato prima, per chi ha lavorato come Agostinelli, come Perinetti che hanno costruito questa squadra, cioè, io sarei contento anche per loro e dico la verità".

Simoni ha poi commentato le dichiarazioni di Naldi secondo le quali il Napoli non sarebbe andato in A per colpa di 'terzi': "Se il presidente lo ha detto, avrà avuto le sue buone ragioni, penso che avrà fatto le sue considerazioni - ha detto Simoni - Io non voglio nemmeno entrare in argomenti del genere, anche eprchè sono arrivato tardi, dopo che magari erano successo certi fatti, per cui può darsi che il presidente può avere avuto certe impressioni, delle certezze, non lo so, per poter dire queste cose. Io, da parte mia, ho visto che abbiamo avuto delle difficoltà soprattutto con gli arbitri, infatti, non ricordo di avere avuto mai dei fatti a favore, semmai, se abbiamo avuto, abbiamo avuto qualche torto, però non ritengo che questi facciano parte di un piano premeditato. Comunque, se si riferisce ai fatti di Avellino e a qualche torto arbitrale, questo lo posso capire, perchè cinque partite in campo neutro sono una cosa, ma cinque partite in campo neutro e a porte chiuse sono veramente traumatizzanti, io credo, perché ti crei una situazione che ti porti avanti per dei mesi e quello sicuramente, perché è stata veramente una cosa che ha condizionato tutta la stagione calcistica azzurra".

Il tecnico del Napoli ha poi concluso parlando del suo fututo: "“Il mio futuro dipende da varie cose: dalla società che dovrà affrontare questi momenti, queste situazioni; dai risultati di questo periodo, non tanto tecnici, ma dico per quello che dovrà essere il futuro del Napoli; dopo dipende da loro se vogliono che rimanga o meno, però è chiaro che anche io voglio sentire le garanzie della società. Io, comunque, in generale sono molto fiducioso per il futuro del Napoli, aldilà della mia posizione, che mi interessa, ma relativamente. Io vedo il presidente, con il quale parlo molto spesso anche se non sempre di calcio, che è una persona molto serena, lo vedo che cerca di fare le cose, che cerca tutte le possibilità, che valuta le varie opzioni e non mi sembra una persona preoccupata dal fatto di non poter più andare avanti. Allora questo mi da fiducia, lo vedo tranquillo, sereno, parla di futuro di programmazione, io direi che sono convinto che il Napoli va avanti in qualunque modo, ma con Naldi, penso. Io se lavoro qui sono contento, se lavoro da un’altra parte faccio un’altra esperienza nuova, non è un problema, però sarei contentissimo che il Napoli risolvesse le sue cose e potesse affrontare una programmazione per un’annata diversa che può essere, non so, accettata da me che naturalmente ho le mie idee che la società conosce, oppure può essere fatta da qualcun altro, però che questo periodo serva a chiarire alcune cose, affinché si possa affrontare il prossimo campionato in una situazione diversa da quello che è il momento attuale. Non so se una mia eventuale riconferma significherà puntare alla serie A per la prossima stagione, cioè, è chiaro che l’idea deve essere quella. Voglio pensare che il Napoli andrà avanti, che ce la farà, che risolveremo le nostre cose, che arriveremo noni e daremo a questa squadra un’immagine e una valutazione diversa. Il Napoli, secondo me, non può programmare una squadra di giovani. Il Napoli può programmare una promozione di anno in anno: questo è il mio principio. Poi può darsi, invece, che non sia così, ma non vedo il Napoli che aspetta due, tre anni che i ragazzi maturino: ancora tre anni così, sarebbe davvero un’ingiustizia per i napoletani".