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No al decreto salva-calcio
Salta il DL, lunedì incontro tra Carraro, rappresentanti delle Leghe e Aic

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26 Marzo 2004 -- Alcuni fanno buon viso a cattiva sorte, altri ostentano tranquillità, sottolineando di non avere pendenze tributarie, ma l'accantonamento da parte del Governo del decreto salva-calcio, per permettere alle squadre di spalmare i debiti con il fisco, potrebbe avere forti ripercussioni sui cmapionati di A e di B, ecco perchè Carraro ha dato appuntamento per lunedì pomeriggio, a Milano, per discutere della situazione economico-finanziaria del calcio professionistico, dopo il mancato varo del decreto legge sui debiti Irpef: il presidente della Figc e i suoi due vice Giancarlo Abete e Innocenzo Mazzini incontreranno a inizio della prossima settimana i presidenti delle tre Leghe, Adriano Galliani per la serie A, Mario Macalli per la C e Carlo Tavecchio per i Dilettanti, e quelli dell'Assocalciatori Sergio Campana e dell'Assoallenatori Azeglio Vicini.

E' deluso per il mancato intervento governativo a favore del calcio Antonio Matarrese, ma anche ottimista per il futuro: "Mi aspettavo che il governo intervenisse - dice il vicepresidente della Lega - ed effettivamente è intervenuto, ma l'Europa ha bocciato le ipotesi e poi ci sono state le dispute interne... Ma non si può dire che non si sia interessato del calcio. Il problema più tragico è, però, l'iscrizione ai campionati, come ha già detto Carraro. Vediamo se ne usciamo...Ma ne usciremo, perchè qui si tratta di salvare il calcio, ed una soluzione magari anche cinica ma bisogna trovarla". Al momento di annunciare l' accantonamento del dl salva-calcio, il ministro Maroni ha fatto notare che le società possono comunque accedere alla rateizzazione in cinque anni del debito con l'erario purchè presentino una fidejussione a garanzia: "Il problema - fa notare Matarrese - è chi dà la fidejussione... Ma faremo tutti i tentativi: può darsi che le banche intervengano o magari arrivi qualcuno dal cielo".

E comunque non tutto il male viene per nuocere, secondo Matarrese: "Questo è un momento di smarrimento, ma una soluzione si troverà. E torneremo ad un calcio più proporzionato alla realtà del paese. C'eravamo montati la testa. Questa forse è una mazzata salutare". E riprende quota l'ipotesi del lodo Petrucci: fallita una società, non sparisce il titolo sportivo. Come dire, se un presidente fa bancarotta il nome della sua squadra passa a chi ne rileva il nome: "Gazzoni fece così con il Bologna, e fece un affare", ha ricordato Matarrese. Sempre che, nel frattempo, non esca dal cilindro un nuovo coniglio legislativo.