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Decreto in bilico, divampa l'opposizione politica anche all'interno della maggioranza

24 Marzo 2004 -- Non sara' facile per il governo portare ad approvazione il decreto 'salva calcio', che dovrebbe permettere alle societa' indebitate col fisco di sopravvivere e che potrebbe essere all'esame del Consiglio dei ministri di giovedi'. Il provvedimento e' stato preannunciato da Berlusconi sabato a San Siro in occasione di Milan-Parma, ma proprio il premier, si apprende in ambienti della maggioranza, intenderebbe approfondire ulteriormente i contenuti della bozza allo studio per superare alcune perplessita' che riguarderebbero in particolare i ''contrappesi'' a carico delle societa'. Questo mette un punto interrogativo sulla sua approvazione giovedi' prossimo. E' molto probabile, comunque, che una decisione definitiva sull'inserimento del provvedimento all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri del 25 marzo venga presa domani, al rientro del premier a Roma.

Il provvedimento, poi, non convince la Lega nord che, con Roberto Maroni, sospetta fra l'altro che gli incidenti di domenica in occasione di Lazio-Roma (e la sospensione della partita decisa dal presidente della Lega calcio, Adriano Galliani) possano essere stati un modo per far pressione sul governo e favorire l'approvazione del decreto (di cui le societa' romane sarebbero fra le principali beneficiarie). In ogni caso Maroni nega che la Lega nord sia in trattative sul contenuto del decreto, e anzi avverte che, in base a quel che sara' deciso giovedi' dal Consiglio dei ministri, il partito prendera' le sue decisioni nel consiglio federale di domenica prossima. Lasciando quasi intendere che queste decisioni potrebbero riguardare il futuro atteggiamento verso il governo. Se la Lega nord e' chiaramente contraria al provvedimento, da altri partiti della maggioranza vengono segnali non del tutto incoraggianti.

Il capogruppo dell'Udc alla Camera, Luca Volonte', sottolinea che le famiglie italiane avrebbero bisogno di rateizzare le tasse piu' dei ''proprietari di Totti, Vieri e Del Piero''. Mentre An (che per domani ha convocato un ''forum'' dei parlamentari per decidere la posizione sul decreto) attraverso il coordinatore nazionale Ignazio La Russa puntualizza che l'approvazione in Consiglio dei ministri non puo' escludere interventi correttivi nei sessanta giorni entro i quali il decreto deve essere convertito in legge dal Parlamento. Ma se An e Udc sembrano comunque accettare il principio di concedere i benefici alle societa' di calcio in cambio di regole piu' severe per il futuro (fra cui il 'salary cap' all'americana, ossia un tetto agli ingaggi dei giocatori), da parte dell'opposizione il giudizio e' negativo su tutta la linea.

Viene infatti respinto un provvedimento che si profila come un condono speciale per le societa' di calcio, come afferma per i Ds il responsabile economico Pierluigi Bersani, e che in molti, come il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, vedono viziato dal grande problema del conflitto di interessi di Berlusconi, presidente del Consiglio e presidente del Milan. In ogni caso, aggiunge Enrico Letta della Margherita, il decreto sarebbe ''squilibrato e ingiusto'', perche' nel momento in cui ci sono diversi settori in crisi, con posti di lavoro a rischio, non si puo' accettare che il calcio ''abbia regole che non sono quelle valide per il resto del paese''. Regole che oltretutto, osserva Letta, a livello europeo rischiano di essere condannate dall'antitrust. In questo quadro non facile, il governo sta cercando, come ha sottolineato il sottosegretario Mario Pescante, di trovare il consenso necessario ad approvare il decreto nella riunione del Consiglio dei ministri di giovedi'.

Una scadenza sulla quale pero' non e' ottimista il ministro Rocco Buttiglione, per il quale il decreto dovrebbe almeno ''passare prima dal pre-consiglio per una valutazione tecnica adeguata''. Nei giorni scorsi in Federcalcio c'era un certo ottimismo ma ora comincia a serpeggiare una certa preoccupazione. Il presidente Carraro ha riunito i suoi collaboratori, si e' fatto il punto della situazione e ora non resta che attendere gli eventi. Rimane comunque la piena disponibilita' a convocare quanto prima un consiglio federale se ce ne fosse la necessita'. ''Il calcio non costa allo Stato ma rende. Dal 1946, attraverso i concorsi pronostici e le scommesse lo Stato ha incassato 20 mila miliardi di vecchie lire e il Coni 15 mila miliardi''. Ha affermato Carraro in una intervista a 'la Stampa': ''Fino al 2000 -ricorda- chi non versava l'Irpef era punito penalmente e ritengo che le sanzioni penali andrebbero ripristinate per rispetto a chi adempie ai propri obblighi. tuttavia, sul piano economico, aiutare il debitore e' un modo per rientrare del proprio credito''.