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Nel ricordo di Sergio
A pochi giorni dal derby è ancora forte il dolore di quanto accadde all'andata ed il papà del ragazzo scomparso fa saper che non ci sarà

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20 Febbraio 2004 -- "La partita di questa domenica rinnova nei nostri cuori un dolore ancora troppo forte per essere intaccato dal passare del tempo. Al San Paolo non ci sarò e non perchè‚ nessuno mi ha invitato, ma perchè credo che il modo migliore per onorare la scomparsa di Sergio sia quello di tornare a vivere domeniche normali, dove negli stadi si parli di calcio, di sport, di divertimento e dove la violenza resti l'aureola nera che circonda la testa di pochi sconsiderati teppisti, fuori dal vivere civile".

Così scrive Maurizio Ercolano, padre di Sergio Ercolano, il ragazzo morto allo stadio Partenio di Avellino in occasione del derby di andata con il Napoli, mentre tentava di mettersi al riparo dagli incidenti che avvenivano sugli spalti e sul campo. Maurizio Ercolano, in una lettera diffusa dal legale di famiglia, avvocato Maurizio Capozzo, spiega le ragioni della sua assenza domenica al San Paolo dove il Napoli incontra l'Avellino: "Vorrei dire ai genitori di tanti bravi ragazzi, come il mio povero Sergio - ha affermato - di vivere più vicini ai loro figli, di parlare con loro, di capirli, di controllarli, proprio come ho fatto io col mio ragazzo. Anche se alla fine è servito a ben poco. Un destino del quale mai riuscirò a darmi ragione l'ha portato via da noi".

"L'ho detto allora e lo ribadisco adesso: al di la' dei proclami, solo le istituzioni possono dare risposte serie al fenomeno della violenza da stadio. Basterebbe poco per porre la parola fine: un serio intervento normativo, un concreto impegno delle società, come accaduto in altri paesi civili. Ma qui sembra tutto più difficile. E alla fine, c'è sempre qualcuno che continua a chiedermi: 'Che ne pensi? Come ti senti?'. Mi sento proprio - conclude Maurizio Ercolano - come il papà di quel ragazzo uscito di casa con gli amici e morto sul lungomare con una coltellata nella pancia. Le domande non dovreste farle a noi, ma a chi queste cose dovrebbe adoperarsi per evitarle. Per domenica auspico solo che sugli spalti ed in campo torni a regnare il sorriso e la voglia di divertirsi per novanta minuti di bel calcio".