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No alla magia
Un presunto mago si offre per liberare il Napoli dal 'malocchio', la società ringrazia ma dice no

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15 Gennaio 2004 -- "Questa squadra è sfortunata, è dall'inizio dell'anno che sta combattendo contro tutto e tutti. Infortuni, squalifiche del campo sono solo alcune delle cose che ci sono capitate...a me non e' mai capitata una annata simile". Queste le dichiarazioni del tecnico del Napoli, Gigi Simoni, subito dopo la gara di domenica scorsa contro il Genoa.

Le dichiarazioni non sono passate inosservate ai tifosi ed in particolare ad uno, Antonio Battista, gran tifoso del Napoli, nato in provincia di Avellino ma da anni residente a Roma. Cosa ha di speciale questo tifoso azzurro? Niente, se non fosse per il fatto che si fa chiamare 'il mago di Arcella' e che è intenzionato a togliere, a sua detta, 'il malocchio' che attanaglia il Napoli: "Agli azzurri è stato fatto un sortilegio che ha origini lontane - ha detto il presunto mago dalle colonne del quotidiano Napolipiù - Diversi anni fa, quando il Napoli vinceva tutto, un gruppo di tifosi di squadre del Nord ha mandato un anatema che solo il 'buon diavoletto' Ferlaino è riuscito a contenere (peccato però che il calvario del Napoli sia cominciato con la retrocessione prorpio quando c'era Ferlaino,ndr). Naldi, invece, se l'è trovato addosso".

Il mago ha dunque annunciato, sempre dalle colonne del giornale di volersi recare al centro Paradiso di Soccavo, la struttura dove il Napoli si allena, per effettuare il suo personale rito contro la sfortuna che perseguita gli azzurri, ma la società partenopea, attraverso il suo ufficio stampa ha rilasciato una nota in cui si ringrazia il mago per l'interessamento, ma lo si inviata, in maniera cordiale, a restarsene a Roma: "Il Calcio Napoli - si legge nel comunicato - ringrazia il mago di Arcella, Antonio Battista, per il pensiero e per l'attenzione dimostrata nei confronti delle vicende della squadra, ma ritiene che non sia il caso di procedere a questo rito".

La vicenda ha suscitato molto divertimento ma, facendo un tuffo nel passato, si può scoprire come grandi campioni, allenatori, presidenti e calciatori in genere siano stati e siano ancor tutt'oggi superstiziosi a cominciare dal sale di Nils Liedholm all'acqua santa del Trap, passando per l'8 odiato da Lorenzo, agli show dell'indimenticato presidente del Pisa, Anconetani, che spargeva chili di sale per tutto il campo e la tribuna per ritornare, poi, alla cabala delle maglie dei giocatori, così che il numero 13 di Baronio, divenne lo scorso campionato, la causa delle sconfitte del Perugia di Cosmi nella scorsa stagione, a detta del suo presidente Luciano Gaucci.